L’orso polare lotta per sopravvivere

Scritto da:
Marco Affronte
Durata:
1 minuto
polar bear - orso polare
Orso Polare

E’ diventato uno dei simboli della lotta contro i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Avete presente la foto di un orso polare sopra una piccola “zattera” di ghiaccio, dando l’idea che il ghiaccio si stia sciogliendo?
Poche persone sanno cos’è un orso polare, ma pochissime conoscono qualcosa in più del suo nome e della celebre pelliccia bianca.

L’orso polare (Ursus maritimus) è la specie più grande, fra gli orsi. I maschi sono dei giganti lunghi 2,5 – 3 metri e possono pesare anche oltre 6 quintali. Le femmine invece sono più piccole, più o meno la metà dei maschi.
Vive in un territorio molto ampio, e per lo più sconosciuto e inesplorato. Occupa tutto il circolo polare artico e le terre adiacenti, in genere senza spingersi, verso nord, oltre l’88° parallelo. Dal momento che spesso “viaggia” su lastroni di ghiaccio che vanno alla deriva, a volte può essere avvistato anche più a sud del suo habitat naturale, ma si tratta di eccezioni.

I maschi sono sessualmente maturi a 6 anni, le femmine a 4-5. In autunno le femmine gravide scavano delle profonde tane nel ghiaccio, dove entreranno in uno stato simile al letargo. Solo simile perchè in realtà, anche se il battito cardiaco rallenta, non dormono per tutto il tempo e la temperatura corporea non scende.
Fra novembre e febbraio nascono i cuccioli, ciechi e piccolissimi (meno di un chilogrammo), in genere due per volta. Questi restano nella tana, dove si nutrono del latte materno, fino a febbraio-aprile. A quel punto peseranno già sui 10-15 kg. La famiglia resterà comunque nelle vicinanze della tana per i primi 15 giorni, per poi cominciare a esplorare l’ambiente, con lunghe passeggiate sul ghiaccio. Impareranno dalla madre a cacciare le foche.

Infatti l’orso polare si nutre quasi esclusivamente di foche. Queste, in genere, vengono cacciate alla superficie dell’acqua, attraverso i buchi nel ghiaccio che usano per respirare. L’orso ha un olfatto molto sviluppato: quando la foca esce e respira, l’orso sento l’odore e si avvicina al foro. orso polareAl respiro successivo, la foca viene abbrancata e tirata fuori dall’acqua, infine uccisa, in genere con un morso deciso alla testa. E’ raro che le foche vengano inseguite in acqua o cacciate all’esterno, anche se può succedere che foche che riposano sul ghiaccio vengano avvicinate lentamente (la pelliccia bianca del’orso si mimetizza perfettamente), e poi attaccate con un assalto finale.
Oltre alle foche, preda principale come già detto, gli orsi mangiano tutto quello che trovano: uccelli, uova, molluschi, granchi, caribù e anche una buona varietà di vegetali (bacche, radici e kelp). La loro propensione a mangiare di tutto, oltre a un’innata curiosità, li mettono in pericolo, laddove si trovano in contatto con l’uomo. Possono infatti mangiare qualsiasi tipo di rifiuto trovato sul terreno. Addirittura, nel 2006 la discarica della città di Thompson, nell’estremo Canada settentrionale, è stata chiusa e trasferita, proprio per salvaguardare gli orsi polari.

Difficile sapere quanti orsi polari ci siano, ma le stime si aggirano attorno ai 20-25.000 esemplari, quasi sicuramente in declino. La specie è classificata come “vulnerable” nella Red list della IUCN, e pare che negli ultimi 45 anni abbia subito una riduzione di oltre il 30%. E’ minacciata dalla caccia diretta da parte delle popolazioni indigene, dall’inquinamento e soprattutto dai cambiamenti climatici. La riduzione dei ghiacci “consuma” il loro habitat naturale e ne riduce fortemente le risorse. L’Intergovernmental Panel on Climate Change prevede che da qui a 100 anni, i ghiacci del Polo scompariranno, durante l’estate. Se non si inverte la tendenza, sarà la fine per gli orsi polari.