Manutenzione straordinaria causa Trasferimento server.

Carissimi utenti,

Tra la serata del 06/04/2011 e la giornata del 07/04/2011 abbiamo effettuato un cambio di server passando dall’hosting economico ad un server privato. La costante manutenzione ed il trasferimento di tutti i file non ci ha permesso nella giornata di inserire alcun articolo ne aggiornamento per il sito.

Ci scusiamo per il disagio.

Buon proseguimento su scienze-naturali.it! Continue reading

I trachinidi

La famiglia dei Trachinidi, che appartiene all’ordine dei perciformi, annovera nel Mediterraneo quattro specie: la tracina drago (Trachinus draco), la tracina ragno (Trachinus araneus), la tracina raggiata (Trachinus radiatus) e la tracina vipera (Trachinus vipera) tutte molto simili tra loro per caratteristiche anatomiche e comportamentali. Tutti i trachinidi presentano un corpo cilindrico, appiattito sul ventre (poiché sono pesci che vivono sul fondo), con testa arrotondata e una grande bocca rivolta verso l’alto.

Le pinne pettorali sono ampie, le ventrali piccole. La lunga dorsale è preceduta da una pinna formata da 5-6 raggi-spine cavi, collegati ad una ghiandola velenifera. La pinna anale è opposta e simmetrica alla dorsale. La pinna caudale è a spatola. La livrea è variabile da specie a specie, anche se tutte presentano un ventre giallo-bianco, mentre il resto del corpo ha un colore di fondo bianco, giallo o beige marmorizzato di bruno o di nero. Continue reading

Il rospo smeraldino

Il rospo smeraldino (Bufo viridis) misura all’incirca 7 cm, ed è più piccolo del rospo comune (Bufo bufo). Il colore del dorso può variare dal bianco al marrone, con la presenza costante di chiazze verdi. Oggi, il Bufo viridis è distribuito ampiamente in tutta l’Europa, l’Asia e l’Africa settentrionale. Tuttavia,  le analisi dei fossili trovati nel deposito di Cueva Victoria a Cartagena (Murcia), hanno confermato, per la prima volta, la presenza del rospo smeraldino nel sud-est della Spagna, verso la fine del Pleistocene inferiore (più di 1,1 milioni di anni fa), nelle province di Granada, Murcia e Castellòn.  “Circa le 500 ossa fossilizzate documentano l’intero scheletro del rospo e forniscono indiscutibili prove osteologiche che possono essere inequivocabilmente attribuite a questa specie”, spiega Hugues-Alexandre Blain, uno degli autori dello studio e ricercatore della preistoria nel Dipartimento di Rovira i Virgili University (URV) a Tarragona. Lo studio, pubblicato su Comptes Rendus Palevol, spiega che in quell’epoca l’anfibio apparteneva ad una sottospecie diversa da quella dei rospi verdi di oggi. Continue reading

La prima “foglia artificiale”

Non proprio per come siamo abituati a pensarla, ma un team di ricercatori, guidati da Daniel Nocera, ha realizzato il primo esemplare di “Foglia Artificiale”. Infatti, ad Anaheim, in California, nel corso 241° “National Meeting of the American Chemical Society”, si è discusso circa una cella solare dalle dimensioni di una carta da poker, in grado di simulare il processo a tutti noto come fotosintesi, utilizzato dalle piante verdi per convertire la luce solare e l’acqua in energia. “La foglia artificiale nasce come promessa e fonte di energia per i villaggi del terzo mondo. Il nostro obiettivo è quello di fare per ogni casa una propria centrale. Si può immaginare come villaggi dell’India o dell’Africa,  fin da un primo momento possano usufruire di una propria fonte,  mediante l’acquisto di queste tecnologie” ha dichiarato Nocera. Il dispositivo è realizzato in silicone e parti elettroniche e sfrutta dei catalizzatori che accelerano le reazioni chimiche, senza i quali non potrebbe verificarsi,  se non che molto lentamente. Continue reading

Materia e Antimateria: le risposte in una rara particella.

Dopo i  recenti esperimenti sul Large Hadron Collider (LHC) presso il laboratorio del CERN di  Ginevra, un team di scienziati, diretto da Sheldon Stone, della Syracuse University, è stato il primo ad osservare il decadimento di una rara particella, presente subito dopo il Big Bang. Gli scienziati hanno osservato il decadimento dei mesoni B, generati quando i protoni, che viaggiano quasi alla velocità della luce, vengono fatti scontrare. Il lavoro fa parte di due studi, pubblicati il 28 marzo su Physics Letters B.

Gli scienziati desiderano approfondire gli studi circa i mesoni B poiché ritengono che possano fornire informazioni sulla relazione tra materia ed antimateria dopo il Big Bang e sulle forze che hanno determinato l’aumento della materia a discapito dell’antimateria. “Sappiamo che quando l’universo si formò dal Big Bang, aveva esattamente tanta materia quanto antimateria“, dice Stone. “Ma noi viviamo in un mondo prevalentemente fatto di materia. Quindi, dovevano esserci differenze nella composizione della materia e dell’antimateria, per avere un surplus di materia“. Continue reading

Earth Hour: Partecipa anche tu!


Anche Scienze Naturali.it promuove l'”Earth Hour”, il più grande evento promosso dal WWF. Oggi più di un miliardo di persone in oltre 120 paesi del mondo e 200 comuni italiani spengono simbolicamente la luce per un’ora, attraverso i fusi orari. L’obiettivo di Earth Hour 2011 è coinvolgere Istituzioni, Cittadini e Aziende ad andare “Oltre l’ora” impegnandosi non solo a spegnere le luci durante l’Earth Hour ma anche, manifestando attraverso diverse azioni o attraverso  eco-consigli, l’impegno nei confronti del pianeta. Il cittadino che rinuncia all’auto un giorno a settimana, una scuola che installa pannelli solari sul tetto, un comune che costruisce piste ciclabili, ed ogni piccola azione contribuisce a proteggere l’unico pianeta che abbiamo.

Partecipa all’ Earth Hour dalle 20:30 alle 21:30 spegni la luce! Continue reading

Proseguono i danni per le fuoriuscite di petrolio

Sebbene il petrolio abbia già abbondantemente danneggiato l’ecosistema marino del Golfo del Messico, episodi di questo tipo, purtroppo, continuano a verificarsi. E’ di pochi giorni fa, infatti, la notizia di un riversamento di circa 800 tonnellate di greggio nell’arcipelago Tristan da Cunha, in Sud Africa. Il danno è stato provocato dallo scontro della nave mercantile “M.S. Olivia” su una folta barriera di scogli delle isole Nightingale. La nave ha perso solo metà delle tonnellate totali che nel complesso conteneva e che, probabilmente, potrebbe continuare a perdere nelle prossime ore. Fonti governative africane hanno riferito che il paese ha già inviato delle imbarcazioni di soccorso per il recupero del greggio e che la situazione è costantentemente monitorata, per arginare i danni ambientali.  Continue reading