Gli Alieni
- Paola Pinto
- 27 Febbraio 2013
- Ambiente & Natura
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Nel 1992, a Rio de Janeiro, si tenne la conferenza della Nazioni Unite durante la quale fu data la definizione del termine “biodiversità”, intesa come, cito testualmente: “la variabilità degli organismi viventi, degli ecosistemi terrestri, acquatici e i complessi ecologici che essi costituiscono; la diversità biologica comprende la diversità intraspecifica, interspecifica e degli ecosistemi”.
In maniera più semplice, possiamo definire la biodiversità come l’insieme, ricco e variegato, delle forme in cui la natura si manifesta ai nostri occhi. Non è quindi difficile comprendere quanto sia importante per noi, per la nostra esistenza e sopravvivenza. Insomma, la biodiversità è uno dei più grandi patrimoni dell’umanità, da difendere e preservare nel tempo. Ma al pari degli altri patrimoni artistico – culturali, la sua conservazione è messa a dura prova, costantemente. Le cause di questo rischio sono molteplici, ma negli ultimi tempi la minaccia più ingombrante è rappresentata da una vera e propria invasione aliena. Non parlo di esseri che provengono da pianeti extraterrestri, ma di specie vegetali ed animali che abitano e colonizzano un territorio diverso dal loro areale d’origine. Questa contaminazione raramente è frutto di una migrazione della specie, o del superamento, da parte della stessa, delle barriere biogeografiche; l’importazione accidentale o intenzionale è da attribuirsi all’uomo.
Molte piante vengono, infatti, introdotte per scopi agricoli, per la selvicoltura, oppure come piante ornamentali; le specie animali vengono rilasciate a fini venatori, o come animali da compagnia, oppure per motivi estetici, cioè per arricchire la fauna locale. In altri casi, le specie aliene sfruttano mezzi di trasporto, quali navi e aerei. Poco conta come questi invasori giungano, importa rimarcare che l’introduzione di specie aliene, o alloctone, è un’emergenza ambientale, rappresentando la seconda causa di perdita della biodiversità. Questo fenomeno sta assumendo sempre più i connotati di un vero e proprio problema, su cui l’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea) ha richiamato l’attenzione con il suo rapporto “The impact of invasive alien species in Europe”. Da questo emergono dati preoccupanti: in Europa sono presenti 10 mila specie alloctone, di cui l’11% provoca tangibili danni ecologici. Anche in l’Italia la situazione non è confortante, si contano, infatti, 1500 specie aliene. Per esser più chiari, basti pensare che delle 395 specie europee in pericolo di estinzione, 110 lo sono proprio a causa delle specie aliene. Non so se i numeri hanno reso l’idea delle proporzioni di tale evento. Se cosi non fosse, tenterò di spiegare i danni che queste specie infliggono ai nuovi ambienti in cui si insediano.Per prima cosa bisogna ricordare che ogni habitat ha un suo equilibrio, che viene sconvolto dall’inserimento di una nuova specie. Ciò è evidente non solo dalla degradazione che può subire l’habitat, ma anche dalle ripercussioni sulle specie che abitano tale ambiente. La presenza di ospiti indesiderati può comportare, interferendo con le specie originarie o anche dette autoctone, uno sgradito declino di queste ultime, fino ad una ancor più sgradita estinzione delle stesse. Ciò si verifica perché le specie autoctone risentono non poco della competizione per le risorse alimentari e per l’habitat con quelle aliene, favorite anche dall’assenza di predatori e parassiti propri L’estinzione di una specie endemica è sicuramente l’estrema conseguenza di tali invasioni, ma si può anche assistere all’ibridazione della nuova arrivata con le specie native, alla trasmissione di malattie, a cui gli organismi autoctoni risultano essere più suscettibili. Il risultato di tutto ciò è l’incontrollata crescita demografica degli alieni, che da curiosità biologica diventano una seria minaccia! Una minaccia che non incombe solo sull’ambiente e le specie animali e vegetali che lo popolano, ma che colpisce anche gli esseri umani.
Proprio così! Gli invasori creano seri problemi alla nostra economia e alla salute pubblica. Gli effetti negativi delle invasioni sull’economia si palesano in termini di: ridotta produttività dei raccolti, diminuzione della disponibilità idrica, difficoltà nel mantenimento dei cicli dei nutrienti, compromessa capacità d’impollinazione. Ma di gran lunga più seri sono i danni alla salute. Le specie aliene sono spesso veicolo di parassiti e patogeni e di conseguenza, responsabili della trasmissione e diffusione di malattie infettive. L’esempio più emblematico di ciò è rappresentato dalla zanzara tigre, vettore di circa 20 virus diversi, come febbre gialla e chikungunya. I loro nomi un po’ esotici ci inducono a pensare che queste malattie non siano presenti nel nostro paese, ma a ridestarci da questa dolce illusione ci pensa Piero Genovesi dell’Ispra, che ci ricorda che casi di febbre chikungunya si sono verificati nel 2007, nel nord Italia. Il problema delle invasione aliene non è da sottovalutare, bensì da arginare, prevenendo l’introduzione degli organismi alloctoni, sorvegliando gli stessi laddove presenti, rimuovendo o impedendone la diffusione, ove possibile.
E forse, anche sperando che questi alieni, come ET, vogliano fare una telefonata per tornare a casa!
Paola Pinto
27 febbraio 2013