La PET per diagnosticare la sindrome da stanchezza cronica

Scritto da:
Leonardo Debbia
Durata:
1 minuto

I ricercatori del RIKEN Center for Life Science Technologies, in Giappone, in collaborazione con l’Osaka City University e la Kansai Gaidai University, hanno utilizzato l’imaging funzionale PET per dimostrare che i livelli di neuro infiammazione, o infiammazione del sistema nervoso, sono più elevati nei pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica rispetto alle persone sane.

La tomografia a emissione di positroni (o PET) è una tecnica usata in medicina e in diagnostica nucleare per produrre bioimmagini delle variazioni dell’attività cerebrale.

La neuro infiammazione è un processo infiammatorio incontrollato che puo’ portare alla neuro degenerazione dei meccanismi cellulari.

Con questo studio si è cercato di dimostrare che probabilmente l’indagine per immagini può essere utile nello studio di questi meccanismi.

Neuro infiammazione nei pazienti con sindrome da stanchezza cronica / encefalite mialgica. Immagini rappresentative PET (tomografia a emissione di positroni) in varie aree del cervello: AMY: amigdala; CC: corteccia cingolata; HIP: ippocampo; MID: mesencefalo; THA: talamo; PON: ponte (credit: RIKEN)
Neuro infiammazione nei pazienti con sindrome da stanchezza cronica / encefalite mialgica.
Immagini rappresentative PET (tomografia a emissione di positroni) in varie aree del cervello:
AMY: amigdala; CC: corteccia cingolata; HIP: ippocampo; MID: mesencefalo; THA: talamo;
PON: ponte
(credit: RIKEN)

La sindrome da stanchezza cronica, conosciuta anche come encefalite mialgica, o ME associato all’acronimo CFS (Chronic Fatigue Sindrome). è una condizione debilitante dell’organismo, caratterizzata da fatica cronica profonda, invalidante e persistente, che non cessa con il riposo.

Purtroppo, attualmente, pur conoscendo la sintomatologia, se ne ignorano tuttora le cause scatenanti.

Era stato ipotizzato che la neuro infiammazione (o infiammazione delle cellule nervose) avrebbe potuto essere una possibile causa di questa condizione, anche se nessuna prova era stata finora avanzata a sostegno di questa idea.

Ora, in questo studio, clinicamente rilevante, pubblicato su The Journal of Nuclear Medicine, i ricercatori giapponesi hanno scoperto che effettivamente i livelli dei marcatori di una

neuro infiammazione sono più elevati nei pazienti con CFS / ME rispetto alle persone sane.

Per la sperimentazione, i ricercatori si sono avvalsi della scansione PET su un gruppo di nove persone con diagnosi di CFS / ME e un gruppo di dieci persone sane, chiedendo a ciascun componente di compilare anche un questionario dove avrebbe dovuto descrivere il suo livello di stanchezza, il deterioramento cognitivo, il dolore e la depressione.

Per la scansione PET è stato indagato il funzionamento delle cellule della microglia e degli astrociti, in cellule, cioè, che si attivano durante una neuro infiammazione.

Le cellule della microglia si occupano della principale difesa immunitaria nel sistema nervoso centrale (SNC). A differenza degli astrociti, che costituiscono la barriera ematoencefalica, le singole cellule della microglia sono mobili, distribuite, nel cervello e nel midollo spinale, in larghe regioni, per neutralizzare eventuali agenti infettivi che, qualora superassero la barriera ematoencefalica, potrebbero danneggiare il tessuto del SNC.

I ricercatori hanno scoperto che in presenza di CFS / ME, l’infiammazione in alcune aree del cervello – corteccia, ippocampo, amigdala, talamo, mesencefalo e ponte – era effettivamente elevata, in correlazione con i sintomi espressi.

Ad esempio, in quei pazienti che avevano riferito una cognizione alterata, si notava una elevata neuro infiammazione dell’amigdala, organo che è coinvolto nel processo della cognizione.

Questo fornisce una chiara prova di associazione tra una neuro infiammazione e i sintomi lamentati dai pazienti con CFS / ME.

Anche se lo studio è stato solo un primo approccio, è tuttavia la conferma che la scansione PET potrebbe essere utilizzata come test oggettivo per la diagnosi della malattia, sicuramente utile anche per sviluppare nuove terapie, per fornire sollievo alle molte persone che in ogni parte del mondo sono afflitte da questa condizione.

Il Dr Yasuyoshi Watanabe, che ha condotto lo studio presso il RIKEN, ha dichiarato:

“Abbiamo in programma di continuare la ricerca seguendo questa emozionante scoperta per sviluppare test oggettivi per la CFS / ME e in definitiva per cercare una cura adeguata per questa malattia invalidante”.

Leonardo Debbia
10 aprile 2014