Svelati i segreti dei pesci antartici

Scritto da:
Maria Carmen Giuditta
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1 minuto

Tutte italiane sono le recenti scoperte sulla vita dei pesci antartici. I risultati di due importanti ricerche sono stati pubblicati in due riviste scientifiche.

Pleurogramma antarcticum
Pleurogramma antarcticum

La prima ricerca è stata condotta dall’istituto di scienze marine (Ismar) e dal Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) durante la XXIX spedizione in Antartide, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista New scientist.

L’attenzione dei ricercatori è stata riposta sui pesci antartici appartenenti alla specie Pleurogramma antarcticum. La caratteristica di questi pesciolini è di assumere una colorazione metallica dopo la morte. Perciò vengono chiamati “silverfish”. Durante la vita sono rosati con sfumature argentate. Per sopravvivere ad ambienti estremi, quali le acque antartiche, questi pesci producono proteine antigelo come strategia di adattamento. Le proteine antigelo impediscono la crescita di piccoli cristalli di ghiaccio che si formano nelle cellule dei pesci antartici, permettendo così di affrontare le rigide temperature e quindi di sopravvivere in tali condizioni.

Il silverfish è una specie importantissima in Artartide, soprattutto perché costituisce, insieme al krill, la dieta dei pinguini Adelia (Pygoscelis adeliae) e delle foche di Weddel (Leptonychotes weddellii). La sua presenza sembrerebbe ridotta in alcune aree del polo sud, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. Ben poco si sa sul loro ciclo vitale.

Pesce di ghiaccio
Pesce di ghiaccio

Per approfondire le conoscenze riguardo la specie, il Cnr di Venezia ha inviato degli studiosi in Antartide. I ricercatori hanno utilizzato il Rov nelle acquee antartiche, un dispositivo subacqueo dotato di telecamere e bracci meccanici, e hanno scoperto che i Pleurogramma antarcticum depositano le uova sotto il ghiaccio. A quelle profondità e sotto il ghiaccio le uova non vengono avvistate dai predatori, e ciò garantisce un maggior successo riproduttivo della specie.

La seconda ricerca italiana sui pesci antartici è stata condotta dai ricercatori dell’università di Genova, in collaborazione con l’acquario di Genova e dell’Ispra/Ismar del Cnr di Genova ed è stata pubblicata su PlosOne. Questa ricerca ha portato alla luce i particolari comportamenti di due specie di pesci di ghiaccio (Chionodraco hamatus e Chionodraco rastrospinosus). Lo studio è stato condotto presso l’acquario di Genova, che ospita le suddette specie, dove straordinariamente si riproducono, grazie all’ ottimo lavoro dei ricercatori dell’acquario che hanno ricreato le condizioni del loro ambiente originario.

I ricercatori hanno osservato che durante il periodo degli amori, i maschi delle due specie modificano la pinna anale. La pinna anale si trova nella regione ventrale dei pesci, molto vicina all’ano, e serve per stabilizzare i pesci mentre nuotano.

pesSecondo indagini istologiche su maschi adulti, si tratta di un ispessimento dell’epitelio della pinna anale, che diventando più spessa acquisisce i connotati di una nuova struttura.

A cosa serve in realtà questa particolare struttura che compare soltanto nel periodo degli amori? Le osservazioni condotte in acquario chiariscono la funzione delle pinne anali modificate: servono per preparare i nidi. Grazie alle particolari strutture che i maschi hanno sul ventre, spazzolano via gli eventuali residui di sabbia e appiattiscono le superfici dei futuri nidi, dove le femmine deporranno e coveranno le uova.

Questa è un’importante scoperta poiché dimostra l’esistenza di cure parentali nei pesci antartici.

Entrambe le scoperte sono straordinarie poiché dimostrano come le strategie di adattamento messe in atto dai pesci antartici assicurano il loro successo riproduttivo.

Maria Carmen Giuditta
14 marzo 2014