Il telescopio Chandra scopre un buco nero

Scritto da:
giorgio
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Il telescopio Chandra, utilizzando strumentazioni in grado di rilevare i raggi X, ha appena individuato un enorme buco nero.Un buco nero è una regione dello spazio caratterizzata da una velocità di fuga maggiore della velocità della luce; proprio per questo motivo sono invisibili e posso essere rivelati solo osservando materia che orbita intorno al nulla. Le importanti ricerche della NASA mirano soprattutto a comprendere l’evoluzione di un buco nero e, quindi, la sua espansione nello spazio.

Chandra è riuscita a rilevare un enorme buco nero al centro della galassia lenticolare conosciuta tecnicamente come NGC 3115, situata alla distanza di 32 milioni di anni luce dalla Terra. Gli scienziati hanno notato che il movimento del gas caldo, ad una certa distanza dal gigantesco buco nero nota come raggio di Bondi,  viene sopraffatto dall’immensa forza di attrazione gravitazionale: già alla distanza di 700 anni luce la massa gassosa viene fortemente accelerata, compressa e la sua temperatura aumenta notevolmente prima che cada inesorabilmente all’interno del buco nero.

Questi valori suggeriscono che la massa del buco nero si aggira intorno ai 2 miliardi di masse solari e gli scienziati, servendosi di questi stessi valori ed utilizzando principi teorici, stimano che ogni anno ad attraversare il raggio di Bondi è circa l’equivalente del 2% della massa del nostro Sole. Inoltre, proprio in virtù di questo fatto, il team di ricercatori capeggiato da Ka-Wa Wong, utilizzando dei modelli che permettono di calcolare quanta massa in caduta viene trasformata in radiazioni, è arrivato alla conclusione che in realtà la sorgente di raggi X dovrebbe emettere una quantità di radiazioni circa 1 milione di volte maggiore.

La sfasatura fra il risultato teorico e quello reale è dovuto al fatto che una buona parte della massa catturata dalla gigantesca forza di attrazione gravitazionale, una volta oltrepassato l’orizzonte degli eventi, viene fortemente compressa, la sua velocità di fuga diventa uguale o maggiore della velocità della luce, ma non viene risucchiata dal buco nero in quanto viene espulsa “salvandosi” all’ultimo momento. In secondo luogo gli scienziati credono che alla base della sfasatura dei risultati ci sia l’erronea conversione della massa in radiazioni.

Con la sua notevole grandezza, il buco nero al centro della galassia NGC 3115 è il più vicino al nostro sistema solare; i ricercatori, osservando il corpo celeste, intendono capire in che modo si possa evolvere un buco nero e le relative implicazioni con la fisica quantistica.

Il progetto è sotto la direzione della Marshall Space Flight Center della Nasa.

                                                                                  Giorgio Martella