Dai quasar alle riserve d’acqua

La nuova sonda dell’Agenzia Spaziale Europea è pronta per analizzare la nostra galassia, la Via Lattea, e catturare immagini in stereoscopia.Ormai è stato completato l’assemblaggio di Gaia, e del grande occhio fotografico, un mosaico costituito da 106 sensori CCD, costituito da carburo di silicio, per un totale di un miliardo di pixel, che riuscirà a censire un miliardo di stelle, per settanta volte nell’arco di cinque anni. Il telescopio riprenderà quattro sezioni contenenti informazioni sulla mappatura spaziale, la posizione delle stelle, il colore e l’intensità e la spettrometria. La nuova sonda dell’ESA potrà anche osservare gli asteroidi del Sistema Solare ed i quasar ai confini dell’Universo conosciuto. Quasar è l’acronimo di, oggetto quasi stellare radio emittente, dapprima e per lungo tempo hanno rappresentato, oggetti misteriosi, con la loro incredibile luminosità, paragonabile a quella prodotta da intere galassie. Successivamente gli scienziati, che studiavano le onde radio, scoprirono che i quasar emettevano onde radio! Pian piano l’osservazione del cielo, alla ricerca di oggetti che emettevano radioonde, ha permesso di associare oggetti stellari a sorgenti di onde radio. l primo spettro osservato e studiato, fu quello di un oggetto stellare, 3C 273, nella costellazione della Vergine, esso conteneva delle linee di emissione o spettrali, con spostamento verso le regioni rosse dello spettro (redshift). Si trattava, secondo i primi scienziati, di normali linee dell’idrogeno, uno dei gas  dell’Universo. Ma la luminosità osservata, subiva delle variazioni e la spiegazione data fu che, l’oggetto era in allontanamento dalla Terra, punto di osservazione. Erano state osservate le radiosorgenti quasi stellari, ovvero i quasar! Ma se la luminosità dei quasar è tale da mascherare qualsiasi altro corpo stellare presente nelle sue vicinanze, che cosa c’è vicino ai quasar? Attraverso i telescopi spaziali mandati in orbita, attraverso l’Hubble Space Telescope, è stato provato che i quasar si trovano all’interno delle galassie ed anche all’interno di galassie in collisione con altre. È proprio indagando sui misteri dei quasar che, due gruppi di astronomi hanno scoperto la più grande riserva di acqua dell’Universo a noi noto, distante da noi 12 miliardi di anni luce. Con il nuovo strumento a disposizione sono state colte radiazioni infrarosse e micronde, ed i ricercatori hanno dedotto che, l’acqua forma un anello di vapore che si estende per centinaia di anni luce con una temperatura cinque volte maggiore, di quella presente nella nostra atmosfera. Il telescopio è stato installato sulla vetta del Mauna Kea alle Hawaii, e la riserva d’acqua osservata è circa 140 miliardi di volte superiore a tutta l’acqua che è presente nei mari e negli oceani della Terra.