La cernia: la regina delle scogliere sommerse

Con il nome di “Cernia” vengono indicate diverse specie d’acqua salata appartenenti alla famiglia Serranidae. Sono pesci ossei caratterizzati da un corpo massiccio e una bocca ampia con una mandibola più sporgente rispetto alla mascella. Vivono a stretto contatto con il fondo marino e in acque poco profonde. Possono arrivare fino a una lunghezza di 3,5 metri (Epinephelus lanceolatus tipica dell’Australia) e sono caratterizzate da una pinna dorsale unica rinforzata anteriormente da 9-11 spine. Molte di queste specie sono dotate di cromatofori che permettono un rapido cambiamento di colore così da garantire un miglior mimetismo.

Le Cernie abitano i mari tropicali, in particolare dell’oceano Indiano e Pacifico. Per quanto riguarda il Mediterraneo è possibile osservare alcune specie autoctone più qualcuna che si è avventurata all’interno del bacino in seguito all’apertura del canale di Suez. Autoctone dei nostri mari sono la cernia dorata (Epinephelus alexandrinus), la cernia bianca (Epinephelus aeneus) e la cernia rossa (Mycteroperca rubra). Anche se molto più rare, abitano questo mare la cernia di fondale (Polyprion americanus) e la cernia nera (Epinephelus caninus). Continue reading

L’attacco dello Squalo Bianco

Lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) è sicuramente il più conosciuto e temuto predatore degli oceani. La specie è da collocarsi all’apice della catena alimentare e proprio per questo motivo esercita una forte influenza sugli organismi dei livelli più bassi della catena stessa. Fondamentale è il suo ruolo nel controllare sia la diversità che l’abbondanza delle altre specie all’interno della comunità attuando una selezione naturale molto efficace attraverso l’eliminazione di prede malate, ferite, lente, deboli o comunque meno adattate alle pressioni ambientali.

La dieta di questa affascinante specie risulta molto varia e muta in funzione delle prede disponibili, dell’area in cui l’esemplare si trova, e dell’età. Durante la fase giovanile predilige osteitti, piccoli squali e pesci cartilaginei quali razze. Nella fase adulta la tendenza è quella di aumentare le dimensioni delle prede preferite. Gli individui, raggiunto un determinato grado di sviluppo, si nutrono comunque di osteitti e pesci cartilaginei, prediligendo però pinnipedi (otarie, foche, leoni di mare), ma anche calamari, uccelli marini, tartarughe, granchi, gasteropodi, grasso di balena prelevato dalle carcasse. Continue reading

Specie minacciate e a rischio di estinzione: la foca monaca

Un gruppo di zoologi australiani ha recentemente messo a punto un indice, primo al mondo nel suo genere, per determinare quanto vicine alla scomparsa siano le diverse specie animali. In questo modo dovrebbe essere più facile prevedere l’andamento delle popolazioni residue di molte specie oggi a rischio estinzione. Nello studio effettuato sono state inserite 95 specie di mammiferi dei diversi continenti. Circa il 20% è risultato a rischio e la metà di queste sono ormai molto vicine al punto di non ritorno.

L’estinzione è un processo attraverso il quale un taxon scompare completamente, per cause naturali o antropogeniche. La crescente antropizzazione, la distruzione degli habitat, la caccia sfrenata e la competizione con specie esotiche introdotte dall’uomo sono, a oggi, tra le principali cause di estinzione. La crescita della popolazione umana, e lo sfruttamento selvaggio di qualsiasi risorsa ambientale, hanno portato già da diversi secoli a un incremento del numero di specie estinte rispetto a quello che viene considerato un tasso di estinzione naturale. Già tra il 1600 e il 1700 la velocità di estinzione tra mammiferi e uccelli fu stimata essere pari a una specie per decade. Dal 1850 a oggi i dati registrati sono ancora più sconfortanti: si parla di una specie estinta ogni anno con un tasso di estinzione da 100 a 1000 volte superiore a quello naturale. Continue reading

I sistemi di orientamento evoluti nel mondo animale

L’ippocampo, situato nella zona mediale del lobo temporale, è la parte del cervello che permette lo sviluppo di una memoria a lungo termine e la capacità di navigazione spaziale. Già nel 1998 fu dimostrato come, anche nell’uomo, l’ippocampo sia il luogo in cui vengono memorizzate le mappe mentali che consentono l’orientamento. In un esperimento, degli ultimi anni del secolo scorso, fu utilizzata la risonanza magnetica per monitorare l’attività del cervello. Ai soggetti umani veniva data la possibilità di addentrarsi all’interno di una città virtuale molto intricata. Quando poi veniva chiesto a ognuno di spostarsi da un punto A fino a un punto B, gli individui che facevano registrare maggiore attività nella zona dell’ippocampo erano in grado di muoversi più agevolmente. Continue reading

Il ritorno della Lince in Italia

Lince è il nome comune del genere Lynx comprendente 4 specie. Nel continente europeo sono più o meno ampiamente diffuse esclusivamente la lince europea (Lynx lynx) e la lince pardina (Lynx pardinus). La prima è distribuita all’interno dell’intero continente, la seconda è attualmente rappresentata da piccoli nuclei di popolazioni nella sola penisola iberica.

La lince europea è caratterizzata da vistosi ciuffi di pelo sulla punta delle orecchie, le zampe non sono molto lunghe e la coda è corta. Poiché la specie è distribuita a diverse latitudini, Il suo manto, essendo un notevole mezzo di mimetismo, può assumere diverse colorazioni secondo le caratteristiche dell’ambiente in cui l’esemplare si muove. Il pelo setoso e morbidissimo ha portato la specie a essere tra le più cacciate dall’uomo. Questi felini sono tra i maggiori predatori delle foreste europee e siberiane. Si nutrono principalmente di animali di piccole o medie dimensioni. La strategia più utilizzata nella caccia è l’agguato, durante il quale l’individuo si affida essenzialmente alla percezione visiva della preda. Continue reading

2011: L’anno del Pipistrello

L’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), proseguendo sulla buona strada tracciata con la proclamazione del 2010 come anno della biodiversità, ha promosso il 2011 come “l’anno del pipistrello”. L’ordine Chiroptera (al quale appartengono circa 1100 specie di pipistrello) riveste, infatti, una grande importanza per quanto riguarda la biodiversità del pianeta.

I Chirotteri sono mammiferi antichissimi che hanno evoluto la capacità di volare grazie agli arti superiori trasformati in ali. Sono animali notturni che di giorno riposano, solitamente in colonie molto numerose, all’interno di grotte, cavità di alberi o nelle fessure dei muri. Di notte escono dalle loro sistemazioni per dedicarsi alla caccia. Avendo una vista molto limitata, a causa degli occhi piccolissimi, si orientano e localizzano le prede grazie all’emissione di impulsi ultrasonici. Sono perciò in grado di muoversi agevolmente, anche nell’oscurità totale, ascoltando i propri echi ad alta frequenza.
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Come comunicano e si orientano i Cetacei

All’ordine Cetacea appartengono due sottordini: Misticeti e Odontoceti. Del primo gruppo fanno parte le balene e tutti i cetacei muniti di fanoni (lamine presenti nella bocca che permettono il filtraggio dell’acqua). Vengono classificati come Odontoceti quelle specie che possiedono denti veri e propri: capodogli, orche e delfini. Tutti i cetacei hanno la caratteristica di essere mammiferi perfettamente adattati alla vita acquatica. Hanno inoltre sviluppato una particolare capacità: sono in grado di produrre suoni e ultrasuoni. Tra i segnali acustici prodotti dai Misticeti sono molto caratteristici i canti delle Megattere: suoni che possono essere trasmessi anche a distanze considerevoli. Un singolo canto dura fino a 30 minuti e può essere riprodotto senza interruzione per diverse ore. Il canto ha un importante ruolo nella riproduzione, in quanto viene eseguito solo dai maschi e indica la disponibilità dell’individuo all’accoppiamento. Altra funzione hanno i suoni prodotti dagli Odontoceti. Queste specie utilizzano le vibrazioni sonore sia come via di comunicazione che come strumento di ecolocalizzazione per il movimento e la cattura delle prede e per la localizzazione di possibili ostacoli presenti nella colonna d’acqua. Continue reading