Il passaggio degli anticorpi ai tessuti nervosi ed il ruolo dei linfociti T CD4 helper

Scritto da:
Carla Basile
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1 minuto

Immaginate il sistema immunitario come una grande metropoli all’interno della quale ogni elemento è chiamato a svolgere il suo compito per mantenere lo status quo della società o favorirne il progresso.

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Gli elementi in questione sono i famosi globuli bianchi, classe a cui appartengono differenti sottogruppi.
La formula leucocitaria ci insegna infatti a distinguere i linfociti (T e B), i granulociti (neutrofili, basofili ed eosinofili) e i monociti (o macrofagi).
Ognuna di queste categorie di cellule è responsabile di una determinata funzione all’interno del complesso sistema che ci protegge e sana quando è in atto un’infezione.

Finché si pensa al passaggio dal tessuto sanguigno all’epidermide o ad altri organi tutto sembra abbastanza semplice da comprendere; di maggiore interesse e complessità è invece da sempre il passaggio degli anticorpi nei tessuti nervosi, in particolare nel cervello, essendo questa la parte più delicata e meglio sorvegliata di tutto il corpo umano.

Le ultime novità in merito all’affollato mondo del sistema immunitario e l’ingresso degli anticorpi nel cervello riguardano una recente scoperta pubblicata su Nature lo scorso maggio su come gli anticorpi abbiano accesso ai neuroni per combattere un’infezione virale.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori di immunobiologia di Yale Norifumi Iijima e Akiko Iwasaki.

Nei topi infettati con herpes hanno osservato un ruolo in precedenza sottovalutato delle cellule T CD4, un tipo di globuli bianchi che protegge contro l’infezione inviando segnali per attivare il sistema immunitario.

In risposta all’infezione da herpes indotta nelle cavie, le cellule T CD4 sono entrate nel tessuto nervoso e secernendo proteine di segnalazione hanno consentito l’accesso degli anticorpi ai siti infetti.

L’aspetto interessante secondo il ricercatore Iwasaki è come l’azione delle cellule CD4 sia mirata ai soli siti di infezione. Iwasaki ha osservato che le implicazioni di tale scoperta sono importanti perché “senza cellule T CD4, le terapie a base di anticorpi che sono in fase di sviluppo per condizioni come l’herpes possono non essere sufficienti per controllare l’infezione. Al contrario, per le malattie autoimmuni mediata da anticorpi, come Guillain-Barre, può essere utile impedire alle cellule CD4 di entrare nei tessuti neuronali”.

Si attendono dunque nuovi sviluppi a seguito di questa scoperta, essendo dunque lungo e complicato capire a fondo il meccanismo con cui gli anticorpi e in generale il sistema immunitario agiscono.

Carla Basile

Riferimenti:
Access of protective antiviral antibody to neuronal tissues requires CD4 T-cell help, Nature 533, 552–556 (26 May 2016) doi:10.1038/nature17979