Non furono i nuovi strumenti di caccia a causare la scomparsa dei Neanderthal

Scritto da:
Leonardo Debbia
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Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Human Evolution, la scomparsa dei Neanderthal può non aver nulla a che fare con l’introduzione delle nuove armi da caccia realizzate dagli esseri umani provenienti dall’Ovest asiatico.

I ricercatori della Nagoya University e dell’Università di Tokio, in Giappone, riferiscono che i risultati del loro recente studio indicano che forse dovremmo rivedere le ragioni per cui gli esseri umani moderni sopravvissero ai Neanderthal.

La colonizzazione dell’Europa da parte di Homo sapiens non è necessariamente attribuibile all’innovazione tecnologica, secondo un nuovo studio (credit: Kovalenko Inna)
La colonizzazione dell’Europa da parte di Homo sapiens non è necessariamente attribuibile all’innovazione tecnologica, secondo un nuovo studio (credit: Kovalenko Inna)

Gli studiosi giapponesi hanno esaminato armi in pietra utilizzate dagli esseri umani moderni, i Sapiens, nel periodo compreso all’incirca tra i 42mila e i 34mila anni fa.

Tradizionalmente, gli antropologi hanno sempre creduto che l’innovazione degli strumenti per la caccia abbia favorito la diffusione dei nuovi esseri umani al di fuori dell’Africa e la loro espansione in Europa.

Tuttavia, il nuovo studio suggerisce ora che questa innovazione non è stata necessariamente la forza trainante per le migrazioni umane verso l’Europa, come si è pensato finora.

In realtà, i nuovi arrivati non erano poi equipaggiati tanto meglio dei Neanderthal.

“Non siamo così speciali; non credo che siamo sopravvissuti ai Neanderthal semplicemente per la competenza tecnologica”, afferma la dottoressa Seiji Kadowaki, autore principale dello studio della Nagoya University. “La nostra ricerca si ricollega ai processi che accompagnarono la diffusione globale degli esseri umani moderni e più specificatamente l’impatto culturale dei Sapiens che migrarono verso l’Europa”.

Questi esseri umani anatomicamente moderni ampliarono l’area geografica in cui abitavano, uscendo dall’Africa durante un periodo di tempo compreso tra i 55mila e i 40mila anni fa e questo evento ebbe sicuramente un impatto significativo sull’evoluzione biologica degli esseri umani attuali.

Esistono altre teorie sulla diffusione geografica degli esseri umani moderni, ma questo evento rimane comunque fondamentale nella storia dell’uomo.

Modelli pensati in precedenza presumevano che i nostri diretti antenati, i Sapiens, fossero esseri speciali, più intelligenti, più dotati, sia nel comportamento che nel modo di pensare.

Questi modelli consideravano l’innovazione tecnologica e culturale come il motivo per cui gli esseri umani avrebbero potuto sopravvivere in Europa e i Neanderthal no.

In realtà, non è un mistero di poco conto ed è ancora lungi dall’essere chiarito, nonostante la quantità di ipotesi avanzate.

Ci si è sempre posti la domanda-chiave sulla scomparsa dei Neanderthal: “Perché loro sono scomparsi e i Sapiens sono sopravvissuti?”.

Tutto sommato, abbiamo una anatomia simile, non siamo poi così tanto diversi, per cui i ricercatori hanno tradizionalmente ritenuto che dovevano esserci state differenze radicali nei modi di vita e nel comportamento tra i Neanderthal e i Sapiens, qualcosa che non si riferiva alla biologia, ma piuttosto all’etologia e alla sociologia.

Il nuovo studio suggerisce che gli esseri umani moderni si trasferirono dall’Asia occidentale in Europa senza subire grandi cambiamenti comportamentali.

Per questo, sono stati studiati gli strumenti in pietra utilizzati dalle popolazioni della cultura Ahmarian precoce e della cultura Protoaurignaziana, che vissero nel Sud e nell’Ovest Europa e in Asia occidentale circa 40mila anni fa.

E’ stato osservato che erano state usate piccole punte di pietra per aiutarsi nel gettare le lance.

In anni precedenti, gli studiosi avevano ritenuto che questa fosse stata una significativa innovazione, un fattore che avesse favorito la migrazione di questi popoli verso l’Europa, dove vivevano i Neanderthal.

La nuova ricerca disegna una linea temporale che inficia questa teoria.

Se questa innovazione fosse stata la ragione alla base della migrazione, l’evidenza delle prove avrebbe mostrato che le punte di pietra avrebbero dovuto avere una diffusione spaziale e temporale che sarebbe coincisa con l’espansione degli esseri umani.

Ma un esame più accurato mostra che le punte di pietra avevano fatto la loro comparsa in Europa 3000 anni prima che nel Levante, una zona storica e un punto di passaggio obbligato per gruppi umani in movimento dall’Asia occidentale verso l’Europa.

L’innovazione nelle armi da caccia può essere stata sì necessaria, ma non è sempre da associarsi alla migrazione o addirittura condizionarla.

In ultima analisi, le popolazioni avrebbero avuto modo di espandersi sul territorio anche senza innovazioni tecnologiche.

“Le punte di pietra simili ci hanno consentito di tracciare una ‘timeline’ o linea temporale completamente diversa da quella che era stata proposta. In Europa, queste punte venivano usate già ‘prima’ che comparissero nel Levante, come invece sarebbe stato logico aspettarsi, se questa novità avesse accompagnato la migrazione degli umani verso l’Europa”, afferma decisamente Kadowaki. “La nostra ricerca mostra che gli studiosi dell’argomento debbono riconsiderare l’ipotesi che i nostri antenati si siano trasferiti in Europa, riuscendo là dove i Neanderthal avevano fallito, grazie esclusivamente alle innovazioni culturali e tecnologiche introdotte dall’Africa o dall’Asia occidentale”.

Riesaminando le prove, i ricercatori hanno constatato che armi in pietra simili fra loro erano comparse in Europa attorno ai 42mila anni fa, e nel Levante solo 39mila anni fa, con un ritardo di 3000 anni, quindi.

A questo punto, è stato ipotizzato che possano essere dischiusi nuovi scenari sulla migrazione umana, compatibili con queste differenze temporali. Ad esempio, una prima ondata migratoria avrebbe potuto stabilirsi in Europa molto prima e lì aver sviluppato, in materia di armi, nuove tecnologie, che quindi avrebbero viaggiato in senso inverso, dall’Europa verso il Levante.

“Riteniamo che le cause dell’evoluzione umana fondate sulla tecnologia siano più complicate di quanto finora ritenuto. Ora che abbiamo riesaminato il modello tradizionale sul percorso verso l’Europa, stiamo progettando di rivedere il modello sulla rotta migratoria meridionale, dall’Africa orientale all’Asia meridionale”, ha concluso la dott.ssa Kadowaki.

Leonardo Debbia