L’aggressività, spiegazioni a riguardo

Scritto da:
Florinda Saverino
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aggressività

Diversi scienziati, antropologi e filosofi ritengono che la specie umana abbia prevalso su altri viventi, grazie alla correlazione che esiste tra intelligenza e aggressività. Quest’ultima soprattutto quando esposta in modo costruito e pensato verso i propri simili, si nota come una caratteristica esclusivamente dell’uomo.

L’aggressività è definita come una serie di comportamenti fisici e/o verbali, volti a danneggiare un altro individuo, due sono i punti di focus: l’intenzionalità nel recare un disturbo in parte grave nei confronti dell’altro e l’attesa che questo possa provocare un danno alla persona da colpire. Possiamo inoltre distinguere l’aggressività strumentale e l’aggressività emozionale. Nella prima, l’atteggiamento violento è diretto allo scopo che può essere facilmente raggiunto, come per esempio un anziano in un vicolo buio sarà una preda facile e accessibile per un rapinatore. Nell’aggressività emozionale invece troviamo un comportamento atto ad arrecare danno, senza alcuna considerazione responsabile delle conseguenze, indipendentemente dal raggiungimento dello scopo, a esempio il diverbio accentuato che può sfociare in conseguenze ben gravi, nonostante il banale motivo iniziale.

Un’altra distinzione è quella tra aggressività definita come componente istintuale e violenza, riferita invece ad una serie di fenomeni antisociali di gruppo o individuali, finalizzati al raggiungimento di un obbiettivo.

Una domanda importante cui diversi studiosi hanno cercato di dare risposta per diverso tempo è se il comportamento aggressivo sia un fattore innato o appreso.

Vogliamo quindi esporre alcune considerazioni biologiche e psicologiche.

Le ricerche sulla biologia del comportamento aggressivo sono fondamentali, perché hanno rivelato come l’aggressività umana possa discendere dall’organismo. Gli studi per esempio che analizzano le basi anatomiche del comportamento violento, hanno evidenziato il coinvolgimento dell’amigdala che se stimolata può provocare una reazione violenta, se invece inibita tende a diminuirne l’espressione.

Inoltre, secondo le ricerche di Dabbs e Hargrove (1997)è stato rilevato il ruolo del testosterone, ormone sessuale maschile che quando iniettato, innalza in maniera innaturale i livelli di aggressività. È stato osservato che è proprio questo l’ormone chiamato in causa per differenziare l’aggressività maschile e femminile. Donne con manifestazioni più elevate di aggressività, presentavano quantità più elevate di testosterone.

Per quanto riguarda le spiegazioni psicologiche, partendo dalla storia possiamo citare la prospettiva psicoanalitica freudiana che osserva l’aggressività come istinto, si parla infatti di Eros e Thanatos, ovvero le pulsioni di vita e di morte. Tali pulsioni scandiscono la dimensione psichica e biologica di ogni essere, Sigmund Freud le individuava nel loro esternarsi, nell’agire costruttivo o distruttivo dell’individuo.

Florinda Saverino
17 dicembre 2013