Kepler 37-b: la sua scoperta affascina tutto il mondo

Scritto da:
Davide Basili
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kepler-37bKepler 37-b, il più piccolo esopianeta mai osservato finora, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente, si è rivelato uno degli argomenti più interessanti e discussi del web. La sua scoperta, infatti, sembra essere stimolante non solo per i ricercatori della NASA, ma per tutti gli appassionati di astronomia che, dopo aver letto la notizia, si sono immediatamente attivati su internet per avere più informazioni possibili su questo nuovo pianeta extrasolare.

Facciamo un passo indietro: nel marzo del 2009, dal Cape Canaveral Air Force Station, in Florida, la NASA ha lanciato la sonda Kepler in orbita intorno al Sole, affinchè riuscisse a rilevare, mediante il fotometro (o esposimetro) di cui è dotata, le alterazioni anche minime della luminosità delle stelle. La diminuzione di luminosità, infatti, è dovuta al transitare di un pianeta di fronte alla stella stessa, e, mediante l’analisi di questo dato, il Kepler Asteroseismic Investigation, è in grado di rilevare il nuovo pianeta.

È proprio con questa tecnica chiamata “dei transiti” che Kepler 37-b è stato identificato dall’equipe degli astronomi, che ha visto coinvolti, oltre ai nomi precedentemente citati, anche Jorgen Christensen-Dalsgaard e Hans Kjeldsen, docenti dell’Università danese di Aarhus ed il presidente Ron Gilliland dello Space Telescope Science Institute con sede a Baltimora.

Dalle dichiarazioni rilasciate, si può notare l’importanza del tipo di tecnologia speciale della NASA: “I dati fotometrici inviati da Kepler sono probabilmente i migliori che vedremo nel corso della nostra vita. Si tratta di una tecnologia collaudata per la ricerca di piccoli pianeti intorno ad altre stelle” si legge sulla rivista Nature.

Strumenti all’avanguardia che hanno permesso di verificare lo stato della superficie di Kepler 37-b: misura 400 gradi ed è altamente irradiata dalla luce della sua stella. L’elemento che colpisce di più, però, è la sua dimensione ridotta: “La scoperta di pianeti extrasolari– illustra il team- ha contribuito a migliorare le nostre conoscenze sui pianeti e ha mostrato che gli altri sistemi possono essere molto diversi dal nostro. Ma degli oltre 700 pianeti extrasolari individuati finora, quasi tutti sono molto più grandi della Terra e gassosi”.

Davide Basili
24 febbraio 2013