Il sangue del mammut in aiuto contro l’ipotermia negli interventi chirurgici

Scritto da:
Adele Guariglia
Durata:
1 minuto

A quanto pare il sangue di mammut potrebbe consentire allo sviluppo di nuovi emoderivati per le attuali e moderne procedure mediche che compredonoeritrociti la diminuzione della temperatura corporea del paziente. Il risultato di questo studio è riportato su un articolo pubblicato nell’ultimo numero di Biochemistry. Il ricercatore Chien Ho ed i suoi colleghi sono partiti da una constatazione: gli antenati dei mammut vivevano e si evolsero inizialmente in climi caldi, in regione dove ora vivono elefanti asiatici ed africani, migrarono in seguito nelle regioni eurasiatiche in un periodo compresa tra 1,2 e 2 milioni di anni fa, nell’Era glaciale del Pleistocene. Si adattarono al nuovo ambiente, sviluppando un pelo folto ed orecchie più piccole, due cambienti che consentirono di controllare e conservare meglio il calore corporeo. Ho ed i suoi colleghi hanno scoperto che l’emoglobina, la proteina contenuta nel sangue responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni a tutto l’organismo, e nel caso dei mammut, è  resposabile di mutazioni del DNA che la rendono differente da quella posseduta dall’ elefante asiatico. Sono stati fatti studi alla ricerca delle mutazioni che permisero all’antico pachiderma di sopravvivere in ambienti con temperature molto basse, analizzando l’emoglobina dell’animale istinto. Non essendoci un campione di sangue del mammut, i ricercatori hanno prodotto artificialmente l’emoglobina utilizzando frammenti di sequenze di DNA da tre esemplari morti in Siberia più di 40.000 anni fa. Confrontando l’emogoblina dell’elefante asiatico e dell’uomo si è mostrato come la proteina prodotta dal mammut è meno sensibile alle variazioni di temperatura e quindi in grado di portare facilmente l’ossigeno di cui ha bisogno il tessuto anche con il freddo. Queste nuove informazioni potrebbe spianare la strada alla progettazione di nuovi prodotti emoderivati da utilizzaere in condizioni di ipotermia durante gli intereventi al cuore e al cervello.