Il grande squalo bianco

Scritto da:
Andrea Dramisino
Durata:
1 minuto

Lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) è una specie che da sempre affascina e spaventa. Il più grande e temuto predatore dei mari non può che creare intorno a sé un’aura di mistero e paura.

Caratteristiche

Lo squalo bianco è un predatore dalle dimensioni impressionanti. La lunghezza media si aggira tra i 4 e i 6 metri con un peso compreso tra 1000 e 1900 Kg. I denti sono fortemente seghettati e di lunghezza superiore a 5 cm. L’intero corpo si presenta affusolato e massiccio con una pinna caudale dalla caratteristica forma lunata e con il lobo inferiore grande quasi quanto quello superiore. Si possono notare, inoltre, due pinne dorsali (la prima molto grande e arcuata), una pinna anale, due pinne pelviche e due pinne pettorali lunghe, ampie e falcate.

Tipico è il colore bianco della parte ventrale, mentre superiormente appare grigio o grigio scuro. Le due colorazioni sono separate in modo evidente e molto frastagliato.

La specie possiede organi di senso molto sviluppati e raffinati. Tramite l’olfatto può percepire tracce odorose a distanze enormi: riesce a percepire una goccia di sangue diluita in migliaia di litri d’acqua. Le due linee laterali permettono all’individuo di percepire i più piccoli cambi di pressione dovuti ai movimenti della massa d’acqua. Così come tutti gli squali, in modo particolare sulla parte anteriore del muso, sono situate le ampolle di Lorenzini: organi specializzate nell’elettroricezione che permettono la percezione di piccolissimi campi magnetici generati da potenziali prede in difficoltà e forse l’orientamento tramite il campo magnetico terrestre e. La specie possiede, inoltre, il senso del gusto, del tatto e dell’udito; anche questi sensi sono particolarmente sviluppati (in particolare l’udito)così da permettere alla specie di svolgere al meglio il suo compito di superpredatore.

Lo squalo bianco è una specie cosmopolita: da tutto il globo provengono segnalazioni di presenza della specie. Lo stile di vita è pelagico con propensione nel collocarsi nella zona epipelagica (tra 0 e 50 metri di profondità).

La dieta è molto varia con particolare predilezione per i pinnipedi. Essendo una specie collocata all’apice della catena alimentare è fondamentale il suo controllo sulla diversità e l’abbondanza di specie tramite l’eliminazione degli individui malati, feriti, lenti, deboli o comunque poco adatti alle pressioni ambientali. In questo modo la specie riesce ad attuare una validissima selezione naturale.

Minacce e conservazione

Le popolazioni di squalo bianco sono attualmente in declino a causa del depauperamento del patrimonio ittico di cui si nutre, della distruzioni degli habitat e di altre attività umane. La pesca diretta è rivolta soprattutto al prelievo di denti e mascelle da vendere come macabri souvenir.

Alla minaccia per la persistenza dello squalo bianco ha sicuramente contribuito la brutta fama che si è andata a creare intorno alla specie etichettata con vari appellativi quali “mangiatore di uomini” o “la morte bianca”. Al contrario alcune statistiche dimostrano come l’attacco da parte di uno squalo sia una delle cause di morte meno probabile. Basti pensare che è circa 40 volte più probabile essere colpiti da un fulmine che attaccati da uno squalo

Attualmente la popolazione complessiva è stimata essere intorno ai 3500 esemplari. La specie è inoltre classificata nella Red List della IUCN come vulnerabile all’estinzione (VU Vulnerable).

Fortunatamente negli ultimi tempi si sono sviluppate numerose organizzazioni di ecoturismo nei luoghi maggiormente frequentati dallo squalo bianco. Diverse località basano il loro sviluppo economico e sociale offrendo ai turisti la possibilità di vedere lo squalo nel suo ambiente naturale. In questo modo si permette uno sfruttamento passivo della specie garantendone la salvaguardia e riuscendo a sensibilizzare l’opinione pubblica.

Andrea Dramisino