Nucleare: quello che gli altri non dicono o che spiegano in modo “complicato”.

Scritto da:
Massimo Gigliotti
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1 minuto

Dopo l’incidente di Fukushima, l’opinione pubblica è tornata a parlare di energia nucleare, anche in funzione del prossimo referendum in Italia. La maggioranza degli italiani però è poco informata, sopratutto sull’energia nucleare, non riuscendo a distinguerla dall’uso per scopi militari.

La centrale nucleare: che cos’è?

Una centrale nucleare è costituita da una struttura in cui si trova il combustibile nucleare e da un insieme di apparecchiature ausiliarie che provvedono ad esportare il calore prodotto e a convertirlo in altre forme di energia. Il combustibile nucleare è chiamato nocciolo ed è costituito principalmente da uranio, presente sotto forma di barre o di pastiglie intercalate in acqua, e alcuni metalli, come la grafite. Questi ultimi hanno la funzione di stabilizzare la reazione di fissione nucleare, cioè il graduale sfaldamento dell’uranio mentre produce calore e materiali di scarto come iodio, cesio e stronzio. Attraverso il nocciolo circola il fluido di raffreddamento che ha lo scopo di sottrarre il calore prodotto e di portarlo alle apparecchiature ausiliarie per trasformarlo in energia elettrica o meccanica. Le sostanze usate come fluido di raffreddamento sono l’acqua, il sodio liquido, il biossido di carbonio e l’elio.

Quando le cose non funzionano

Ciò che è successo con Cernobyl e Fukushima è stata la fuoriuscita dalle centrali dei prodotti di scarto. Nell’ambiente, sia nel 1986 come nel 2011, si sono sprigionati elementi radioattivi in grado di causare danni considerevoli. Lo iodio radioattivo persiste per circa otto giorni e può essere assunto per semplice inalazione prevalentemente dalla tiroide. Quotidianamente lo iodio viene assunto con il sale iodato e con una buona dieta: in assenza di patologie si dovrebbero evitare danni quali tumori tiroidei, soprattutto nei bambini. Lo iodio, quindi, viene assunto normalmente, ma non è radioattivo. Per prevenire l’assorbimento massiccio di iodio radioattivo vengono distribuite pastiglie di ioduro di potassio. Lo stronzio e il cesio sono invece elementi estranei al nostro organismo e, a differenza dello iodio, vengono assunti solo attraverso la catena alimentare e non per inalazione. La loro pericolosità però è all’incirca trentennale. Lo stronzio si accumula nel tessuto osseo e causa leucemie, il cesio viene assorbito dal tratto gastrointestinale e si deposita nei muscoli, nel fegato, nei testicoli, nelle ossa e nel sangue, causando numerose e differenti patologie. È chiaro però che non esiste pericolo laddove non vi è esposizione, e  che per prevenire il danno non dovrebbero mai essere sottovalutate le precauzioni. Ciò significa che una centrale nucleare non può essere vista come una minaccia, i suoi prodotti di scarto sono per la maggior parte controllabili. Dovrebbe essere la coscienza umana a determinare cosa e quanto sia possibile realizzare senza correre inutili rischi. Per questo motivo esiste la ricerca scientifica con lo scopo di trovare un utilizzo sicuro di questo pericoloso elemento. In Cina, ad esempio, nuove tecnologie sperimentali sarebbero in grado di utilizzare al meglio quelle scorie di uranio impoverito, cioè “consumato”, sfruttandolo per una maggior durata e lasciando al minimo le scorie finali.

Il costo del nucleare

La società gira anche attorno ai soldi. Una centrale nucleare costa diversi miliardi di euro e richiede un periodo di costruzione minimo compreso tra i 7 e i 10 anni. In tutto il mondo, Italia compresa, si è ancora in una fase di piena crisi economica e del lavoro. In che modo verranno pagate queste nuove ipotetiche centrali nucleari in Italia? Trovare notizie al riguardo è un’impresa ardua. Le tecnologie nucleari vengono viste da alcuni come la soluzione all’aumento dei costi del petrolio e dalla sua crescente diminuzione. Ma i giacimenti di uranio si trovano principalmente negli Stati Uniti, in Canada, nel territorio russo, in Sudafrica, in Congo, in Uzbekistan e in poche altre località. Questo significa che l’Italia cambierà prodotto e compratore ma resterà sempre dipendente da altri stati per il combustibile nucleare… e di certo non gratis. È da notare anche che i giacimenti di uranio attualmente conosciuti hanno una capacità di esaurimento entro il 2040. Provvedere a una centrale nucleare e trattare nei modi adeguati le scorie sarà un ulteriore costo aggiuntivo.

In Italia?

Il 12 giugno gli italiani saranno chiamati, forse, a decidere per il proprio futuro e per quello di tutta la nazione, oltre che per quale ulteriore problema vogliono sul loro portafoglio, dato che, qualunque sia la scelta, ci sarà da pagare per andare avanti.

Massimo Gigliotti