Tumore al seno: per distruggerlo potrebbero bastare gli ultrasuoni

Scritto da:
Krizia Ribotta
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Se fino a qualche tempo fa sarebbe stata impensabile l’idea di sconfiggere il tumore al seno senza ricorrere all’intervento chirurgico, ora potrebbe invece essere possibile. Questo l’obiettivo di una sperimentazione condotta dall’Università La Sapienza di Roma e presentata alla Conferenza annuale della Società Nordamericana di Radiologia (RSNA).

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Come illustrato dal dottor Alessandro Napoli, docente di radiologia presso l’Università La Sapienza di Roma, che ha condotto la ricerca, la neoplasia potrebbe essere eliminata dalle pazienti mediante gli ultrasuoni ad alta intensità. La tecnica in questione, il cui nome scientifico è “ablazione con ultrasuoni guidata da risonanza magnetica” (MRgFUS), usa il calore per distruggere il cancro alla mammella.

La procedura prevede 2 diverse fasi: la prima consiste nell’individuare in modo preciso la localizzazione esatta del tumore attraverso la risonanza magnetica, mentre la seconda prevede l’impiego di onde di energia acustica da ultrasuoni ad alta intensità per eliminare le cellule maligne.

Scopo della risonanza è quella di monitorare le eventuali variazioni di temperatura che possono verificarsi durante l’ablazione, in modo che si possa svolgere una procedura ambulatoriale di routine in tempi di recupero brevi.

Per arrivare a questa alternativa alla chirurgia, è stato condotto un esperimento su 12 donne affette da tumore al seno duttale invasivo. Ogni paziente è stata sottoposta alla nuova metodica ed è risultato che ben 10 di loro sono riuscite a sconfiggere il loro male. I test si sono rivelati essere tutti positivi, e nessuna delle volontarie è andata incontro a complicazioni, né durante né dopo la procedura.

A questo punto, come sottolineato dall’equipe degli scienziati, è necessario condurre altre ricerche più approfondite affinché la tecnica possa essere considerate come trattamento non invasivo contro il tumore al seno e possa essere adottata come procedura nelle strutture ospedaliere.

Come spiegato dal dottor Napoli: “Nella fase di trattamento, siamo in grado di visualizzare con precisione il punto in cui l’energia sta avendo effetto e misurare esattamente l’aumento della temperature. Il monitoraggio della temperatura è particolarmente importante, in quanto una temperatura troppo bassa è inefficace e una temperatura troppo elevata può essere pericolosa”.


Krizia Ribotta
6 dicembre 2013