L’attività fisica rende il cervello più resistente allo stress

Scritto da:
Maria Grazia Tecchia
Durata:
1 minuto
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Princeton ha evidenziato come l'attività fisica predisponga verso una “riorganizzazione” il cervello affinché le risposte date da stress ed ansia siano ridotte nelle funzioni cerebrali. L’attività fisica ha comportato l’aumento di nuovi neuroni nell’ippocampo – regione del cervello che regola l’ansia – in alcuni topi che hanno corso per 42 giorni. Le cellule” marroni” sono i nuovi neuroni, le blu i neuroni maturi. Lo studio ha messo in risalto come la presenza delle cellule “nuove”(marroni) risulti più numerosa nei topi “attivi” rispetto a quelli sedentari. (Sciencedaily / laboratorio Gould)
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Princeton ha evidenziato come l’attività fisica predisponga verso una “riorganizzazione” il cervello affinché le risposte date da stress ed ansia siano ridotte nelle funzioni cerebrali. L’attività fisica ha comportato l’aumento di nuovi neuroni nell’ippocampo – regione del cervello che regola l’ansia – in alcuni topi che hanno corso per 42 giorni. Le cellule” marroni” sono i nuovi neuroni, le blu i neuroni maturi. Lo studio ha messo in risalto come la presenza delle cellule “nuove”(marroni) risulti più numerosa nei topi “attivi” rispetto a quelli sedentari. (Sciencedaily / laboratorio Gould)

Quando eseguiamo esercizi fisici, la risposta del cervello allo stress è molto ridotta e l’ansia ha meno probabilità di interferire con la normale attività del cervello.

Questo è quanto affermato dal gruppo di ricerca dell’Università di Princeton che riferisce al Journal of Neuroscience i risultati dei test eseguiti in laboratorio, dove in topi che facevano esercizio fisico regolarmente, quando stimolati con fattori di stress – come ad esempio l’esposizione ad acqua fredda – il cervello ha esibito un picco nell’attività dei neuroni che spegnevano l’eccitazione dell’ippocampo ventrale, ovvero la regione del cervello che regola l’ansia.

Questi risultati risolvono una discrepanza nella questione degli effetti dell’attività fisica sul cervello , in quanto in linea teorica l’attività fisica riduce l’ansia ma promuove anche la crescita di nuovi neuroni nel’ippocampo ventrale. A causa dunque di questi neuroni giovani, che sono solitamente più eccitabili di quelli più maturi, l’esercizio fisico dovrebbe addirittura aumentare l’ansia e non diminuirla.

Tuttavia, i ricercatori della Princeton hanno dimostrato che l’esercizio fortifica il meccanismo che impedisce a queste cellule del cervello di attivarsi.

L’effetto dell’attività fisica sull’ippocampo ventrale non è stato ancora studiato e conosciuto a fondo, ma la ricerca dimostra che il cervello può essere estremamente adattabile a un diverso stile di vita.
Si evince dunque che negli individui meno in forma vi è una maggiore probabilità di comportamento ansioso: l’ansia spesso si manifesta in un comportamento ad evitare situazioni avvertite potenzialmente pericolose, aumentando in tal modo le probabilità di sopravvivenza.

Gli esperimenti sono stati condotti su due gruppi di topi dove al primo veniva data una ruota per poter fare esercizio fisico mentre al secondo no.

Dopo qualche settimana, i topi attivi e quelli sedentari sono stati egualmente esposti all’acqua fredda:
nei topi sedentari lo studio ha evidenziato che i geni di breve durata si sono trasformati in seguito all’attivazione dei neuroni, mentre nei topi attivi questa reazione non c’è stata, non hanno avuto il sussulto di eccitazione come risposta al fattore stressante, mostrando una certa capacità di controllo rispetto ai topi non corridori.

È stato inoltre evidenziato che nei topi corridori vi era un’alta concentrazione dell’amminoacido GABA, ovvero il neurotrasmettitore che  regola l’eccitabilità dei neuroni; quando gli scienziati hanno bloccato il recettore GABA, l’effetto di riduzione di ansia in seguito all’attività fisica è sparito.

Maria Grazia Tecchia
7 luglio 2013