Epatite C: rischio di contrarla anche dall’estetista

Scritto da:
Davide Basili
Durata:
1 minuto

Le donne amano la cura del proprio corpo, in particolare delle mani, e proprio per questo gli appuntamenti più richiesti dall’estetista sono quelli per la manicure. Come nel caso di piercing e tatuaggi, è fondamentale rivolgersi a dei veri esperti qualificati, perché l’abbellimento delle unghie, se condotto in modo errato e poco professionale, può esporre a epatite C. Il virus, infatti, potrebbe trasmettersi attraverso gli strumenti non sterilizzati che l’estetista poco seria usa con diverse clienti, invece di quelli monouso usa e getta, esattamente come può succedere per i tatuatori o per chi fa i piercing, passando l’epatite C da un soggetto ad un altro attraverso un semplice foro di siringa o ago.

Inoltre, altro fattore decisamente importante, è l’ambiente in cui è ospitata la struttura: se non igienicamente protetto o a norma, come sottolinea il presidente della Fondazione italiana ricerca in epatologia Antonio Gasbarrini: “La diffusione del virus C si argina fondamentalmente con il massimo rispetto delle norme igieniche”. E, parlando di prevenzione, spiega: “È fondamentale anche la diagnosi precoce e il trattamento con le terapie antivirali. La negativizzazione del virus è infatti la vera modalità per bloccare l’evoluzione della malattia ed evitarne la diffusione. Un test di laboratorio banale come le transaminasi può essere un’eccellente ed economica modalità per individuare soggetti con epatite, meritevoli di approfondimenti diagnostici”.

Sottovalutare certi aspetti in cui il contatto con un’altra persona è molto stretto, come può esserlo il fatto di condividere con il proprio compagno lo spazzolino per i denti o le spazzole da bagno, può essere pericoloso per la propria salute. Si consideri che, nel momento in cui vi è anche solo una minima lesione alle gengive, alle mucose o alla cute, questi strumenti usati in due si rivelano poi contaminati.

Davide Basili
12 novembre 2012