Internet fa la diagnosi, ma è il medico a dare la conferma

Scritto da:
Brenda Lee Intignano
Durata:
1 minuto

Se una volta il mezzo principale per ricevere notizie era il giornale o la televisione, lasciando a Internet il piacere del permettere a tutti di comunicare – anche se separati da grandi distanze – ora il web è cresciuto, trasformandosi in un vero e proprio factotum.

E’ diventato navigatore, traduttore, mercato, posto di lavoro, e persino medico di famiglia.
Grazie a Wikipedia e i numerosi siti e forum dedicati alla medicina (o creati per essere luogo di ritrovo tra persone affette dalla stessa patologia) Internet è ora colmo di descrizioni più che dettagliate su praticamente tutte le malattie o disturbi esistenti, presentando sintomatologie più o meno veritiere.

Un italiano su tre, se nota che il suo corpo ha qualcosa che non va, consulta prima il web che non il proprio medico di fiducia, spesso con il rischio di rimanere nello sconforto a causa del pessimismo che affligge la maggior parte dell’utenza che frequenta siti del genere. Non mancano mai, inoltre le risposte sarcastiche o maligne, che contribuiscono a debilitare l’umore di chi si appoggia al sostegno che le numerose comunità promettono.

Di positivo c’è che gli italiani al giorno d’oggi si informano molto per quanto riguarda la salute: la scienza fa grandi passi, e l’uomo medio cerca di stargli dietro il più possibile.
Nonostante Internet sia il primo ad essere consultato nella maggior parte dei casi come abbiamo detto, alla fine nella disputa web vs. medico la spunta quest’ultimo.

Perché? Perché è attendibile, perché è laureato, perché tutti nel vicinato ne parlano bene, perché è umano e rassicurante, e chi più ne ha più ne metta. Le persone stanno riscoprendo le gioie – e i dolori, è il caso di dirlo – del rapporto medico-paziente, rassicurante o meno che sia, a seconda dei casi, perché il dottore smentisce freddamente le diagnosi stampate da Google. Mentre Internet no, Internet sta lì zitto e snocciola nero su bianco sintomi, terapie, eziologia di ogni disturbo psichico o somatico, mettendo a dura prova i nervi di chi legge. E, come quando si parla di insetti e ci si sente le formiche addosso, il lettore – ormai nel panico – inizia ad autosuggestionarsi e sentire che in effetti sì, la testa vortica, la pelle prude, la pancia fa male.

Ma Internet almeno qualche volta, ci azzecca?
Dipende da cosa cercate. Lasciate perdere l’autodiagnosi, per carità.
Però se utilizzate il web per cercare strutture o professionisti a cui rivolgersi, prenotare visite ed esami o semplicemente per sentire le opinioni di chi ha già una diagnosi (e questa è data da un medico in carne ed ossa), allora state facendo bene. Lo scambio di informazioni non è sempre un male, chiedere consigli a qualcuno affetto da psoriasi se vedete che vi state praticamente desquamando non è un passo da escludere. Ma ricordatevi sempre che il parere di un professionista, munito di un vero titolo ed una laurea – bando quindi a indovini, massaggiatori e sciamani, tutte figure di dubbia efficacia – è essenziale alla salute, vostra e di chi vi sta intorno.

Ed infine, ricordate che prevenire è meglio di curare – periodici controlli, uno stile di vita sano ed equilibrato eviteranno dunque che possiate avere dei dubbi sulla vostra salute, esclusi ovviamente problemi di natura genetica, epidemie, funghi etc. Nel qual caso possiate riscontrare qualcosa che non funziona come dovrebbe, ricordate che Internet sarà capace solo di farvi spaventare, o peggio, farvi ignorare un problema di natura magari ben più seria.

Brenda Lee Intignano