Bachi da seta e ustioni: ingegneria genetica per la ricostruzione tissutale

Scritto da:
Marco Ferrari
Durata:
1 minuto

bachi

Nelle emergenze mediche causate da ustioni cutanee la mortalità progredisce con l’estensione del danno ai tessuti, cioè si rischia di perdere il paziente per via della forte disidratazione e delle frequenti infezioni che sopraggiungono a causa dell’esposizione dei tessuti danneggiati.

La moderna medicina prevede che i tessuti fortemente ustionati siano rimpiazzati con innesti cutanei prelevati dal paziente stesso, ma se le dimensioni delle ustioni sono notevoli diventa complesso reperire tessuti sani per effettuare gli interventi. In alternativa viene utilizzato il collagene di origine bovina che però può dare fenomeni di rigetto.

Un aiuto inaspettato arriva dai bachi da seta che, opportunamente ingegnerizzati con materiale genetico umano, sono in grado di produrre una sorta di “pelle artificiale” adatta al trapianto.

Ciò è stato reso possibile da studi dell’Università di Hiroshima, in Giappone, dove è stato inserito nel DNA del baco da seta il gene umano del collagene (una proteina costituente la cute umana e utilissima nel recupero delle ustioni), sostituendolo a quello della fibrosina (una delle proteine costituenti la seta).

Nelle foto esemplari adulti e bozzoli di Bombyx mori (baco da seta)  (fonte Wikimedia  commons)
Nelle foto esemplari adulti e bozzoli di Bombyx mori (baco da seta)
(Wikimedia commons).

I bachi da seta hanno una crescita veloce ed economica e tecniche di allevamento affinate nei secoli. Gli insetti ingegnerizzati hanno uno sviluppo analogo a quelli naturali, si attende l’imbozzolatura delle larve, poi si procede al riscaldamento e alla sfilatura, infine con processi chimici si estrae il collagene in ragione di circa il 10% del peso complessivo delle fibre dei bozzoli.

Il collagene viene poi purificato ed essendo il risultato di un innesto con materiale genetico umano la biocompatibilità è molto alta. Questa tecnica promette di portare a soluzione la necessità di autotrapianto di cute e di sicuro sostituirà il collagene di origine bovina oggi utilizzato nell’implantologia e nelle medicazioni. Ulteriori studi sono in corso riguardo ai fattori di coagulazione del sangue umano che potrebbero rappresentare una svolta nella lotta contro la trombosi.

Marco Ferrari
18 dicembre 2013