Alzheimer diagnosticabile in età giovanile per prevenirne il futuro sviluppo

Scritto da:
Isabel Novo List
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1 minuto
Raffigurazione di neuroni in condizioni fisiologiche (a sinistra)  ed affetti dal morbo di Alzheimer (destra).

Secondo un recente studio americano pubblicato sulla rivista scientifica “Lancet Neurology”, sarebbe possibile scoprire con molti anni d’anticipo se ci si ammalerà di Alzheimer. Questo grazie alla mutazione del gene presenilina 1 (PSEN1) che preannuncia la formazione della malattia in forma ereditaria.

I ricercatori del Banner Alzheimer’s Institute dell’Arizona, in collaborazione con la Boston University e la University of Antioquia, hanno effettuato alcuni esperimenti su un campione di circa 50 persone di età compresa tra i 18 e i 26 anni, le quali sono state sottoposte a risonanze magnetiche e ad analisi, sia del sangue che del liquido cerebrospinale (Csf). Il risultato è stato che il 30% di questi pazienti avevano nel patrimonio genetico la mutazione PSEN1, il che significa che hanno buone possibilità di sviluppo futuro della malattia.

Inoltre, da controlli più specifici, è anche emerso che negli individui a rischio, la  beta-amiloide, ovvero la proteina cosiddetta nociva in quanto “uccide” i neuroni, e per questo responsabile principale dell’aumento progredito dell’Alzheimer, è presente nel liquido cerebrospinale in quantità elevata.

Infine, sono poi state rilevate maggiori attività elettriche nell’ippocampo e nel paraippocampo, e minori volumi cerebrali in altre zone del cervello.

Questo non vuol assolutamente dire che tutte le forme della malattie possano essere diagnosticate così in anticipo, ma un controllo per precauzione non può che far bene, in quanto possono essere effettuate delle cure alternative da seguire prima che l’Alzheimer vada ad intaccare gravemente l’intero sistema nervoso.

Isabel Novo List
7 novembre 2012