World Cancer Day: i 4 miti da sfatare sui tumori- seconda parte

Infografica World Cancer Day
Infografica del World Cancer Day

Come accennato nella prima parte dell’articolo dedicato al World Cancer Day e ai 4 miti da sfatare sui tumori, è importante che si tengano ben a mente alcune informazioni legate alla malattia, in modo da riuscire a prevenirla, facendo sì che vengano salvate più vite possibili.

Di seguito vengono spiegati le ultime due delle cosiddette false verità che circolano nel mondo, in particolare sui social network e sui canali internet.

Non si può fare nulla contro il cancro
Falso. Grazie alle insistenti ricerche condotte negli ultimi anni, è stato possibile scoprire che molto può essere fatto sia a livello individuale che a livello politico. Anche per questo, infatti, è stato stimato che circa un terzo delle più comuni forme di tumori potrebbero essere evitate grazie alla prevenzione. Che, tradotto nella vita quotidiana, significa niente fumo e nessun consumo di alcolici, oltre ad uno stile di vita sano. Gli ambienti di lavoro devono essere puliti e sicuri, al fine non mettere a rischio le condizioni di salute dei lavoratori. Secondo i dati raccolti dall’OMS, ogni anno sono circa 177.000 i morti per cancro che perdono la vita a causa dell’esposizione a sostanze cancerogene durante le ore di lavoro. Nei Paesi in via di sviluppo, in aggiunta, è di fondamentale importanza creare delle campagne mirate alla diminuzione della diffusione di tumori causati da infezioni virali e batteriche, tra cui il virus dell’epatite B, l’Helicobacter pylori e il papilloma virus.

Essere curati non è un diritto
Tutti i malati di tumore hanno diritto allo stesso trattamento di assistenza e delle terapie. Purtroppo non è così, ed esistono delle differenze ingiustificabili nel modo di curare i pazienti che vivono nei Paesi ricchi rispetto a quello che si trovano negli Stati in via di sviluppo. I dati parlano chiaro: per quanto riguarda, ad esempio, il cancro della cervice uterina, oltre l’85% delle morti annuali avvengono nei paesi in via di sviluppo. Parlando delle nuove diagnosi di tumori nei bambini, inoltre, circa il 70% avvengono in quelle nazioni in cui manca l’accesso a trattamenti efficaci.

Davide Basili
9 febbraio 2014

World Cancer Day: i 4 miti da sfatare sui tumori- prima parte

wcd

Si è celebrato ieri il Word Cancer Day, la Giornata Mondiale Contro il Cancro che, come ogni anno, cade il 4 di febbraio. Tema dell’edizione 2014 è stata l’informazione veritiera sulla malattia, cercando di sfatare quattro dei miti che si sono erroneamente diffusi tra la popolazione.

Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha richiesto la collaborazione da parte di tutti per diffondere notizie certe e non bufale, al fine anche di migliorare sia la prevenzione che la diagnosi precode dei tumori. I dati, infatti, fanno riflettere: nel 2012 i novi casi di cancro sono stati circa 14 milioni, cifra che è destinata ad andare oltre la soglia di 22 milioni entro le prossime due decadi.

I quattro punti sono stati spiegati dagli esperti dell’Union for International Cancer Control (UICC), l’organizzazione che coordina il World Cancer Day. Qui di seguito ne vengono illustrati i primi due, in modo da non appesantire troppo l’articolo.

Non esistono sintomi del cancro
Falso. Per molti tipi di tumori, infatti, esistono sintomi che aiutano a riconoscere in tempo la presenza della malattia, facendo sì che i pazienti possano sottoporsi ad una diagnosi precoce, fondamentale per migliorare le loro prognosi. Anche per questo è fondamentale non sono incrementare la ricerca di test di diagnosi precoce, ma anche migliorare i programmi di screening. Per quanto riguarda i Paesi emergenti, è inoltre, necessario formare un’equipe di professionisti affinché siano in grado di affiancare i medici nell’esecuzione dei controlli.

Di cancro non si deve parlare
Falso, falsissismo. Com’è risaputo, il tumore risulta spesso essere un argomento molto difficile di cui parlare, quindi aprirsi ed affrontare la questione può aiutare i pazienti a combattere la malattia e a imparare a convivere e ad accettare la loro condizione. Nonostante siamo nel XXI secolo, esistono ancora troppe culture in cui il tema del cancro è visto come un tabù, ed è spesso legato a problemi di discriminazione sociale. Sfogarsi verbalmente pronunciando anche senza paura le parole “cancro” e “tumore” aiuta i pazienti ad avere una maggiore autostima.

Davide Basili
7 febbraio 2014

Sugo di pomodoro contro l’insorgenza di tumori e il rischio d’infarto

sugo-pomodoro

Secondo un recente studio condotto presso l’Università di Barcellona, il sugo di pomodoro riduce il rischio di contrarre tumori e infarto. Il sugo, infatti, non solo è un gustoso ingrediente fondamentale per la cucina mediterranea, ma sarebbe anche un elisir di salute. Pare infatti che vi sia un effetto sinergico tra i vari componenti del preparato, e che, tutti insieme, apportino a 40 diversi tipi di polifenoli, le cui proprietà antiossidanti fanno bene al cuore. Ma non solo: contengono numerosi carotenoidi, che proteggono dall’insorgenza tumorale.

Gli scienziati spagnoli hanno dimostrato come con 120 grammi di sugo aggiunto alla pasta si vadano ad introdurre dai 16 ai 4 milligrammi di polifenoli per porzione e dai 6 ai 10 milligrammi di carotenoidi. Valori, questi, che risultano essere correlati alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e alla riduzione del cancro.

Il pomodoro sembra essere l’elemento chiave grazie anche alla sua alta concentrazione di vitamina C, preziosa per il sistema immunitario e per quella A. Inoltre contiene sali minerali, tra cui potassio, fosforo e calcio, che rinforzano il tessuto osseo e previene l’osteoporosi.

Inoltre, come si legge sulla rivista scientifica Food Chemistry, su cui è stata pubblicata la ricerca, agli antiossidanti dell’ortaggio vanno poi aggiunti quelli delle erbe aromatiche, dell’olio, della cipolla e dell’aglio, che devono essere messi in pentola tutti insieme per ottimizzare la cottura.

Un mix che nonostante possa variare per l’utilizzo o meno di altri ingredienti, tra cui le carote o il sedano, è un ottimo alleato per la salute, oltre che una delizia irresistibile di sapori e profumi.

Un suggerimento al quale venire incontro c’è sempre, infatti, molta attenzione a non esagerare con il soffritto che deve essere molto leggero: il sugo, infatti, non deve raggiungere il cosiddetto punto di fumo, ovvero quella temperatura limite che permette all’alimento di conservare i suoi liquidi.

Davide Basili
10 gennaio 2014

Calvizie: i topi aiutano a curarla

I ricercatori americani della Columbia University a New York, insieme ai colleghi inglesi della Durhman University, durante l’ultima edizione dei Proceedings of the National Academy of Science(Pnas), hanno presentato un progetto molto interessante che riguarda la calvizie. Sia che si tratti di alopecia maschile o di sfoltimento progressivo legato all’età, questo è uno di quei problemi a cui la medicina non è ancora stata in grado di trovare una vera e propria soluzione.

calvizie

Gli scienziati hanno quindi deciso di provare a ricreare in laboratorio l’intera papilla dermica, da dove il capello prende vita. Hanno così iniziato ad osservare una struttura quasi identica a quella del derma umano, in modo da esaminare la modalità con cui sarebbe possibile far ricrescere i capelli in modo automatico. Esperimento, questo, che era già stato messo in atto, ma che si era sempre dimostrato un fallimento, in quanto i follicoli in vitro si trasformavano in semplici cellule e non erano in grado di produrre peli.

La nuova soluzione, che è stata testata sui topi, invece, sembra funzionare molto bene. L’equipe ha provato a riprodurre in vitro sia i follicoli, che funzionano da radici per la crescita dei capelli, sia le papille dermiche prelevate da 7 donatori.

Dopo averle clonate e messe a cultura per alcuni giorni, le hanno trapiantate a testa in giù tra il derma e l’epidermide di tessuti di pelle umana che è poi stata installata sui topi. Si è dovuto aspettare 5 settimane per constatare che, di questi 7 trapianti, 5 sono riusciti, e si è potuta appurare la crescita di nuovi peli.

L’operazione, che è stata conclusa con ottimi risultati molto soddisfacenti, ha aperto uno spiraglio sulla possibile messa in atto di questa tecnica direttamente sulla cute umana. Ovviamente prima andrebbero effettuati dei controlli specifici, tra cui quello di verificare se queste cellule non si trasformino in cancerogene, e se i nuovi capelli siano davvero uguali a quali già presenti sul cranio.

Davide Basili
3 novembre 2013

Sleeptexting, la nuova forma di sonnambulismo

sleeptextingSotto effetto del sonnambulismo, si sa, le persone assumono atteggiamenti strani, noti come parasonnie, ovvero disturbi di cui si soffre, come suggerisce il nome stesso, mentre si dorme.

L’ultima forma riscontrata dai ricercatori della New York University si chiama sleeptexting, ed è caratterizzata dall’uso dello smartphone durante il sonno. Fenomeno, questo, decisamente nuovo per i medici, i quali non sanno ancora come comportarsi con i soggetti colpiti, che sono principalmente gli adolescenti e i giovani adulti che vivono tutto il giorno immersi nel mondo dei social network, in particolare Facebook e Instagram.

Questo disturbo consiste nell’inviare messaggi di testo senza senso ad amici, persone care e soggetti a cui si è affettivamente legati, in particolare gli ex fidanzati. Ovviamente, il giorno dopo i mittenti non ricordano di aver scritto nulla e si ritrovano, tra gli SMS inviati, quelli spediti durante la notte.

Secondo quanto afferma dal professor Michael Gelb, che ha condotto lo studio: “Il telefonino è uno strumento che funge come una sorta di appendice comunicazionale. Le nuove generazioni sono cresciute inviando messaggi e condividendo contenuti su Facebook, e durante il giorno sono abituate a controllare il proprio cellulare ogni due minuti. È una parte della loro vita”.

Il fenomeno sembra essere causato da stress, disturbi del sonno e assunzione di determinati medicinali, e il consiglio dell’equipe americana è quello di spegnere il cellulare almeno 30 minuti prima di coricarsi e di tenerlo lontano dal cuscino, sia per una questione di salute che per migliorare la qualità del sonno.

Davide Basili
26 ottobre 2013

Tumori: quali sono i più diagnosticati in Italia?

tumoriSecondo uno studio condotto dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM), il tipo di cancro più diagnosticato in Italia colpisce il colon-retto, la mammella e la prostata. Stima questa, che si basa su un arco di tempo di 45 anni compreso tra il 1970 e l 2015.

Nel 2012 il tumore al colon-retto è stato quello più individuato sia per l’uomo che per la donna, arrivando a raggiungere la soglia di 54mila nuovi casi. Numero che rispetto al 1970, è cresciuto di ben 10 volte per il sesso femminile e 15 per quello maschile. Secondo posto per il tumore al seno, che ha visto oltre 50mila nuovi pazienti a cui è stata scoperta questa malattia. Al terzo posto, con oltre 42mila casi, c’è il cancro alla prostata, seguito poi da quello ai polmoni (con oltre 36mila casi stimati), quello allo stomaco (circa 13mila solo nel 2012), quello alla cute (12mila casi solo nel 2012) e quello ai polmoni (più di 10mila).

Oltre al tasso di tumore, la ricerca condotta ha preso in considerazione anche un altro elemento, ovvero la situazione regionale e la diversa incidenza di tumori e di mortalità che si verifica in base alle differenze geografiche.

È così emerso che, nonostante la maggior parte dei pazienti viva al centro-nord, il divario tra settentrione e meridione, durante gli ultimi anni, si è assottigliato. Questo perché, per alcuni tipi di cancro, tra cui quello alla mammella e quello ai polmoni, il programma di screening al sud è partito più tardi rispetto al nord.

Ecco dunque la necessità di attuare al più presto, su tutto il territorio nazionale, una politica di omogenizzazione di quegli strumenti utilizzati per il monitoraggio del tumore.

Davide Basili
21 ottobre 2013

Camminare un’ora al giorno per prevenire il tumore al seno

Anatomia della mammella nella donna. (Netter)

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’American Cancer Society (ACS), sotto la guida della prof.ssa Alpa Patel, l’esercizio fisico può essere considerato una medicina a tutti gli effetti in grado di tutelare la salute e prevenire i tumori.

In particolare, come si legge sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, a cura dell’ American Association for Cancer Research, dalla ricerca è emerso che l’attività fisica moderata, anche se solo una passeggiata di almeno un’ora al giorno, protegge la donna dal rischio di carcinoma mammario. Rischio che può essere ridotto del 14% o del 25% in base al tipo di sport che si decide di praticare.

Lo studio si è basato su dati relativi a 73.615 donne in post-menopausa facenti parte di un elenco di  97.785 pazienti femmine di età compresa tra i  50 e i 74 anni stilato tra il 1992 e il 1993 per uno studio prospettico sull’incidenza del cancro dal titolo Cancer Prevention Study II Nutrition Cohort.

Le partecipanti hanno dovuto compilare un questionario in cui dovevano fornire alcune informazioni dettagliate circa il numero di ore settimanali che dedicavano alle attività fisiche, tra cui nuoto, tennis, jogging, bicicletta e camminate. Allo stesso modo dovevano poi indicare il numero delle ore settimanali che trascorrevano da sedute, durante il tempo libero, leggendo o guardando la televisione.

Sintomatologia per la diagnosi precoce del tumore al seno.

Ottenuti questi dati, i ricercatori hanno calcolato, per ogni partecipante, l’equivalente metabolico (il cosiddetto MET,  Metabolic Equivalent Task, ndr) totale delle ore settimanali, ovvero il rapporto tra l’energia consumata durante un’attività ed il tasso metabolico a riposo.

Come ha spiegato la Patel: “Dato che oltre il 60 per cento delle donne ha segnalato di compiere camminate a piedi ogni giorno, la promozione del camminare come una sana attività di tempo libero potrebbe essere una strategia efficace per aumentare l’attività fisica”.

Davide Basili
14 ottobre 2013