Il ciclo vitale del Macaone

Scritto da:
Massimo Gigliotti
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1 minuto

Sono in aumento negli ultimi decenni i centri visita dedicati ai lepidotteri, in genere chiamati “casa delle farfalle”. Spesso queste piccole oasi ospitano numerose specie esotiche dai colori vivaci e dalle grandi ali, ma quelle delle foreste pluviali non sono le uniche farfalle così stupefacenti. 

Alcuni esemplari di incantevole interesse vivono anche nel nostro territorio. Una tre le più comuni da avvistare tra marzo e settembre è il Macaone (Papilio Machaon). Questa farfalla con la sua livrea gialla con striature nere è presente su tutto il suolo italiano fino ad una quota di 2000 metri. La sua apertura alare è di circa 8 cm, una tra le più ampie tra i lepidotteri della nostra fauna originale. Appartiene alla famiglia dei Papilionidi ed è possibile osservarla volteggiare sulle radure boschive, sebbene frequenti con maggiore assiduità parchi e giardini.

Il macaone è anche, per gli appassionati, una delle specie più facili da allevare. Il suo bruco (o più giustamente baco, parlando di lepidotteri) si nutre di Apiaceae e quindi principalmente di finocchio e carota, ma anche la ruta è molto ricercata. Il bruco compie diverse mute e nelle sue ultime fasi si presenta verde con anelli neri e punti arancioni. Nei primi stadi invece è nero con macchie bianche, apparendo all’occhio disattento una semplice deiezione di uccello. Questo tipo di mimetismo è una particolare strategia definita come criptismo, nella quale l’individuo assume forme e colore dell’ambiente o di parte di esso. In questo caso il bruco non si nasconde ma crea un’illusione al possibile predatore. Il bruco del macaone presenta anche una difesa attiva con un organo estroflessibile posto sul capo, l’osmeterio che emette acido butirrico.

Dopo due o tre settimane circa avviene l’impupamento: il bruco abbandona la pianta nutrice e si trasforma in crisalide in uno spazio adatto e il più possibile protetto. La crisalide succinta è di colore tra il verde e il beige; se le condizioni sono sfavorevoli o se sopraggiunge l’inverno, va incontro a diapausa attendendo tempi migliori. Infatti alcuni lepidotteri superano la stagione avversa sotto forma di crisalide, altre anche allo stadio adulto, riparate dal vento e dal freddo: sono in realtà poche le farfalle che vivono per soli pochi giorni. Alcune vivono per un anno intero! Normalmente, la crisalide del Macaone schiude in 10-15 giorni. La farfalla adulta si nutre di nettare di diversi fiori o da frutta in fermentazione. Sulle ali posteriori è presente una striscia azzurra e due macchie ocellari rosse, da dove dipartono due corte code (appendici caudali), che rendono inconfondibile la specie e la distinguono dal Podalirio (Iphiclides podalirius). Gli ocelli rossi sono utilizzati per distrarre i predatori, soprattutto uccelli insettivori. Il maschio e la femmina sono molto simili tra loro, si possono distinguere solo per le dimensioni maggiori nella femmina e dall’addome lievemente più stretto e a punta nel maschio, rigonfio e più arrotondato nella femmina.

É una specie territoriale è il maschio difende il suo territorio cacciando via gli altri esemplari maschi. Le uova vengono deposte singolarmente sulla pianta nutrice. Hanno la grandezza di una capocchia di spillo e inizialmente sono gialle diventando via via più scure tendenti al nero prima di schiudere in circa 10 giorni. Se viene allevata, è una delle poche farfalle amichevoli che si posano volentieri sulla propria mano. Purtroppo negli ultimi anni a causa dell’inquinamento atmosferico e della riduzione del verde spontaneo ha di molto ridotto la presenza di questo bel esemplare ma ponendo anche solo una pianta di finocchio sul balcone o in giardino, si crea un sito di posa per le uova in più, favorendo il possibile ripopolamento della specie.

Massimo Gigliotti