Tecnologie della preistoria. I Neanderthal erano ottimi allievi dei Sapiens

Scritto da:
Leonardo Debbia
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Ornamenti del corpo della Grotta du Renne realizzati dai Neanderthal, probabilmente imitando la produzione di utensili simili degli esseri umani moderni, loro vicini, forse Aurignaziani. (fonte: Nature)
Ornamenti del corpo della Grotta du Renne realizzati dai Neanderthal, probabilmente imitando la produzione di utensili simili degli esseri umani moderni, loro vicini, forse Aurignaziani. (fonte: Nature)

Un nuovo studio ha chiarito in maniera forse definitiva un punto rimasto controverso per decenni sui rapporto tra i Neanderthal e gli esseri umani moderni.

Da mezzo secolo a questa parte la comunità scientifica ha opinioni differenti sulle modalità in cui le popolazioni neandertaliane possano essere venute in contatto con gli esseri umani moderni, tra i 50 e i 40mila anni fa.

Il ritrovamento, avvenuto una cinquantina di anni fa, di manufatti appartenenti alla cultura Castelperroniana presso la Grotte du Renne in Francia assieme ad ossa di Neanderthal aveva sollevato una serie di interrogativi. Si trattava, infatti, di utensili e monili in osso, una industria “di transizione” tra le due culture, dal momento che i Neanderthal, per produrre i loro utensili, si erano serviti per migliaia di anni esclusivamente della selce.

Quale motivo aveva indotto, nel giro di un centinaio d’anni e solo in terra di Francia, a cambiare le loro consuetudini?

Una prima ipotesi riteneva che questi nuovi reperti fossero in realtà appartenuti a esseri umani moderni e che, con il passare del tempo, fossero affondati negli strati del terreno.
Secondo altri studiosi, non si poteva escludere che i Neanderthal avessero compiuto anche da soli, senza aiuti “esterni” di altre popolazioni, il salto tecnologico, per quanto un po’ troppo repentino, verso una lavorazione di altro materiale che non fosse pietra.

Una terza ipotesi, forse la più plausibile, considerava i nuovi manufatti come il risultato dell’incontro delle due culture, una tecnologia quindi trasmessa ai primitivi abitanti Neanderthal dai nuovi arrivati Sapiens attraverso un paziente insegnamento.

Nel 2010 Thomas Higham, dell’Università di Oxford, Regno Unito, ed il suo team cercarono delle prove con il radiocarbonio per sostenere l’ipotesi che riteneva si fosse verificato un certo rimescolamento delle ossa tra gli strati del sito, che rappresentavano diverse occupazioni datate tra i 45mila e i 28mila anni.

Ora, uno studio condotto dal team di Jean-Jacques Hublin, del Max Planck Institute di Antropologia Evolutiva di Lipsia, ha sottoposto il collagene dei reperti alla datazione per mezzo della spettrometria di massa con acceleratore, un metodo ancor più preciso di quello che utilizzava il carbonio 14.

E’ stato così possibile risalire ad una età dei manufatti collocabile tra 44.500 e 41mila anni a.C. e, dal momento che non si è riscontrata alcuna contaminazione o rimescolamento di resti tra gli strati rocciosi, si può a ragione attribuire il materiale alla produzione neanderthaliana.

Lo studio è stato pubblicato sugli Atti della National Academy of Sciences.

La vicinanza e la contemporaneità dell’Homo sapiens in quella parte di territorio francese (cultura Aurignaziana) gioca a questo punto un ruolo determinante in tutta la vicenda. Senza dover forzatamente concludere che le due popolazioni abbiano necessariamente coabitato, si può però affermare che hanno sicuramente condiviso il territorio e che i Neanderthal abbiano recepito le nuove tecniche di lavorazione di altri materiali che non fossero la selce anche solo osservando e imitando i nuovi arrivati Sapiens.

La conclusione pone in rilievo le capacità di apprendimento, spesso sottovalutate, di questa specie, non ancora completamente conosciuta ma che, con le nuove recenti scoperte, si sta  rivelando come un tratto fondamentale nel percorso evolutivo dei nostri antenati, un ramo tagliato troppo presto, con ogni probabilità per effetto dei cambiamenti climatici che, all’epoca, incombevano con il loro devastante intervento.

Leonardo Debbia
5 gennaio 2013