Clima di 1,5 milioni di anni. La risposta è nel ghiaccio ‘fossile’

Scritto da:
Leonardo Debbia
Durata:
1 minuto

Fino a quale punto del passato possiamo spingerci analizzando il ghiaccio fossile?

Gli scienziati hanno identificato in Antartide delle regioni che potrebbero aver registrato informazioni sul clima terrestre addirittura fino a un milione e mezzo di anni fa.

 Località dell’Antartide da cui potrebbero essere estratte                                            carote di ghiaccio ‘fossile’ di 1,5 milioni di anni                                           (fonte: Van Liefferinge e Pattyn / ScienceDaily)
Località dell’Antartide da cui potrebbero essere estratte
carote di ghiaccio ‘fossile’ di 1,5 milioni di anni
(fonte: Van Liefferinge e Pattyn / ScienceDaily)

I risultati di una ricerca in proposito sono stati pubblicati sulla rivista Climate of the Past.

Studiando i climi del passato, gli scienziati possono comprendere meglio le risposte della temperatura ai cambiamenti delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera e migliorare quindi le previsioni per il futuro.

“Nelle carote di ghiaccio sono intrappolate bolle d’aria fossili da cui si può desumere la composizione dell’atmosfera del periodo di tempo in cui si è formato il ghiaccio”, dice Hubertus Fischer, climatologo dell’Università di Berna, Svizzera, autore principale dello studio.

Una carota di 3,2 chilometri di lunghezza, estratta un decennio fa a Dome Concordia, Antartide, ha svelato 800mila anni di storia del clima. Dai risultati si evince che gas serra e temperature abbiano agito in sincronia.

Ora, però, un team di scienziati vuole risalire ancora più indietro nel tempo.

La spinta per questa ricerca la offre una transizione climatica avvenuta tra 900mila e 1,2 milioni di anni fa ed evidenziata dagli studi sui sedimenti marini.

“La transizione del Pleistocene Medio – perché di quella si tratta – è un intervallo importante ed enigmatico”, dice Fischer.

Il clima della Terra varia i suoi cicli di riscaldamento e raffreddamento, cioè le ere glaciali, nel corso di migliaia di anni. Prima della transizione pleistocenica i cicli glaciali variavano entro periodi di 41mila anni, ma dopo la transizione il periodo si è allungato a 100mila anni.

Perché? Non si sa con certezza.

Sono stati presi in considerazione i fattori astronomici, la cui influenza è indubbia.

Si è considerata la periodicità di 21mila anni dovuta al movimento a doppio cono dell’asse terrestre, che provoca la ‘precessione degli equinozi’; la periodicità di 41mila anni correlata all’obliquità dell’orbita terrestre; la periodicità sui 100mila anni della eccentricità dell’orbita del nostro pianeta. Tutti fattori che limitano, quali più quali meno, l’irraggiamento solare e, quando le tre periodicità descritte si vengono a sommare, si creano condizioni più favorevoli che mai all’avanzata dei ghiacciai.

Questo per quanto riguarda i fattori astronomici. Ma non sembra che basti. C’è chi pensa a cambiamenti di composizione nell’atmosfera terrestre. A emissioni di gas o vapori conseguenti a vulcanesimo, ad esempio.

I climatologi sospettano fortemente che i gas serra abbiano giocato un ruolo in questa transizione, ma hanno bisogno di verificare questa ipotesi analizzando campioni dell’antica atmosfera e, per quanto detto prima, avendo la possibilità di esaminare il ghiaccio ‘fossile’.

E il ghiaccio dell’Antartide sarebbe il candidato ideale.

“Le informazioni sull’atmosfera di quel periodo possono venire solo da una carota di ghiaccio di 1,5 milioni di anni e questa si può ottenere solo dal ghiaccio antartico”, ammette Fischer.

Le informazioni potranno essere acquisite solo esaminando una carota di ghiaccio di 1,5 milioni di anni fa che, purtroppo però, attualmente non abbiamo.

“A grandi profondità lo spessore del ghiaccio è più sottile, a causa della pressione del ghiaccio sovrastante, ed esiste anche una tendenza alla fusione a causa del riscaldamento geotermico”, spiega Fischer. “E’ per questo che alla Dome Concordia non è stato possibile andare oltre gli 800mila anni”.

A complicare le cose possono intervenire, inoltre, movimenti orizzontali della massa ghiacciata.

Il team, studiando una parte dell’Antartide orientale, ha individuato l’esistenza di cupole di ghiaccio in punti più elevati della calotta glaciale prossimi al polo Sud, da cui sarebbe sufficiente estrarre una carota di lunghezza addirittura inferiore alla precedente – da 2,4 a 3 km – per raggiungere gli 1,5 milioni di anni di età del ghiaccio.

“Un progetto di perforazione in Antartide potrebbe iniziare nei prossimi 3-5 anni”, dice Fischer.

“Una ricerca così entusiasmante va fatta, però, con la partecipazione di vari Paesi, non solo per l’interesse scientifico rivestito, ma anche per motivi economici, perché i costi si aggirano sui 50 milioni di Euro”.

Leonardo Debbia
10 novembre 2013