Storie di piante… Centaurium erythraea

Scritto da:
Francesco Roma
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1 minuto

“Storie di piante…”
Con questa “rubrica” botanica ci proponiamo di avvicinare quanta più gente possibile all’ambiente naturale che ci circonda, e in particolare s’intende farlo parlando delle piante spontanee che vegetano nel nostro territorio. Ogni articolo tratterà una specie botanica cercando di fornire informazioni sulle caratteristiche botaniche, sull’areale di distribuzione, eventuali proprietà officinali, e si daranno anche una serie di notizie storiche e curiosità su ogni specie.

OGGI PARLIAMO DI…
Centaurium erythraea Rafn conosciuta col nome volgare di Centaurea maggiore.
La Centaurea appartiene alla famiglia delle Gentianaceae, assieme ad altri generi quali: Gentianella, Exaculum, Cicendia, Blackstonia e il più famoso Gentiana. La Centaurea maggiore rientra, secondo il sistema Raunkiær, nelle emicriptofite bienni (con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie), e nelle terofite scapose (piante erbacee annuali, che superano la stagione avversa sotto forma di seme, munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie). E’ alta circa 10-50 cm, presenta un fusto gracile eretto, glabbro con ramificazioni dicotomiche sommitali.
In questa specie possiamo notare il fenomeno dell’eterofillia cioè sono presenti foglie di diversi tipi, infatti, le foglie cauline (sul fusto) sono opposte e più strette delle foglie basali che risultano riunite in una rosetta e sono oblanceolate, ellittiche e sessili. I fiori sono raccolti in corimbi terminali fogliosi, presentano un calice con lacinie lesiniformi e corolla rosea formata da 5 petali e sono presenti 5 stami. Il frutto è una capsula oblunga, che contiene semi molto piccoli. Il periodo di fioritura va da Giugno a Settembre.
A questa descrizione sintetica generale bisogna aggiungere che la specie è assai polimorfa per cui sono state differenziate molte sottospecie. In Italia è presente su tutto il territorio e la si può rinvenire sia nelle regioni marittime che montane, in particolare lungo sentieri ombrosi, macchie e garighe ma anche su territori fangosi e sabbiosi umidi da 0 a 1500 m.s.l.m.
Il nome generico Centaurium ha origini riconducibili alla mitologia greca, in particolare al centauro Chirone, il più saggio e il più grande dei centauri, figura collegata strettamente al mondo della medicina, della medicazione, delle erbe e sostanze medicinali.
Si narra che Chirone si servì di questa pianta per curarsi da una ferita al piede inflittagli, per errore, da Ercole il quale lo aveva colpito con una freccia avvelenata con il sangue dell’idra di Lerna durante la sua lotta contro i centauri. L’epiteto specifico erythraea deriva molto probabilmente dal greco antico erythros, che significa “rosso”, in riferimento sicuramente alla colorazione purpurea dei suoi fiori. Santaurea, Cacciafebbre, Erba china, Brundajòla, Granella, questi sono alcuni dei nomi comuni dati alla Centaurea nelle varie regioni, si intravedono chiaramente da questi nomi le sue numerose proprietà che hanno origini molto antiche.
La centaurea era già nota a Plinio e Dioscoride ( I sec. d.C ), quest’ultimo la cita infatti nella sua opera De Materia Medica, un erbario scritto in lingua greca. Fu molto apprezzata anche dai Galli e durante tutto il Medioevo. Il periodo di raccolta dovrebbe essere quello estivo.
Tutta la pianta, alla fioritura, contiene un glucoside amaro, l’eritaurina, e questo sapore amaro ha offerto la possibilità di utilizzare la Centaurea come alternativa alla Genziana nella preparazione di aperitivi e infusi alcolici. In passato era utilizzata come febbrifuga, soprattutto nelle regioni meridionali contro la malaria. Oggi, molto comuni sono le tisane a base di centaurea con proprietà soprattutto carminative, depurative e toniche; viene comunque mescolata con altre erbe più dolci. Un infuso concentrato è molto efficace per combattere la caduta dei capelli e si utilizza come dopo-shampoo, già nel Seicento, infatti, era soprannominata “biondella” non solo perché schiariva i capelli ma anche perché si dimostrava un’ efficace lozione contro la loro caduta
Per risvegliare l’appetito viene utilizzato il “vino di centaurea” preparato lasciando in infusione circa 60 grammi di sommità fiorite in un litro di vino bollente per mezz’ora. I fiori, essiccati nei sacchetti di carta, conservano il loro bel colore rosa, e dopo, in recipienti chiusi ermeticamente mantengono il loro aggraziato aspetto e le loro proprietà. Una vasta gamma di applicazioni per la Centaurea maggiore dunque, bella e comune pianta del nostro territorio.

Francesco Roma Marzio