Sinergie vegetali per la sopravvivenza

Scritto da:
Giulia Orlando
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sinergie-vegetaliIn ambienti difficoltosi, le piante non competono ma collaborano ai fini di sopravvivere.

Questa ipotesi, che è stata formulata inizialmente nel 1994, ha raggiunto oramai lo status di realtà empirica ampiamente verificata. Questo il risultato di anni di ricerche svolte in tutto il mondo su piante diverse e nei più diversi habitat del professor Mark Bartness, un biologo della Brown University che ha pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Trends in Ecological Evolution.

Oramai è un dato di fatto: in situazioni di stress come scarsa irrigazione, calore eccessivo, freddo troppo intenso, scarsità di sostanze nutritive nel suolo, le piante che normalmente competono per le risorse mettono in atto strategia collaborative.

In teoria per confermare questa realtà empirica basterebbe osservare un normale giardino che in una situazione di grande biodiversità sopravvive molto meglio sia al gelo che alla siccità, ma la scoperta è che in tutti gli habitat naturali di difficile sopravvivenza vengono messe in atto queste strategie, dalle spiagge molo mareggiate alle barriere coralline, dalle foreste tropicali alle foreste boreali.

La competizione per la sopravvivenza del più forte, uno dei fondamenti della teoria evoluzionistica, viene in qualche modo in netto contrasto con le osservazioni di Bartness poiché è proprio negli ambienti estremi che la competizione lascia il posto ad una collaborazione fra individui di specie diverse, come il vicendevole ripararsi da un irraggiamento solare troppo violento, collaborazione che secondo le osservazioni viene messa in atto da quasi tutte le specie vegetali studiate, dalle alghe marine tropicali, alle arbustacee della macchia mediterranea, ai boschi di conifere.

Anche se, come sottolinea lo stesso professor Bartness, il dibattito è tutt’ora aperto, questo getta una nuova luce su quella che, secondo la teoria evoluzionistica di Darwin, sarebbe il motore dello sviluppo delle specie, ovvero la sopravvivenza del più forte.

Questo atteggiamento collaborativo non smentisce affatto che la necessità di lottare per la sopravvivenza sia il modo per generare anche successive evoluzioni, ma pone un grande punto interrogativo sul meccanismo attuato per sopravvivere, ossia la collaborazione e non la competizione.

La cosa non stupisce se pensiamo che, in un ambiente con grande biodiversità, anche i singoli individui delle diverse specie hanno maggiori probabilità di sopravvivenza.

La competizione, insomma, non sempre è il miglior modo per assicurarsi la sopravvivenza anzi: sul medio lungo periodo, la reazione vincente è quella collaborativa.

Giulia Orlando
5 febbraio 2013