Scoperto uno strano ritmo circadiano nei pesci delle caverne

Scritto da:
Adele Guariglia
Durata:
1 minuto

Uno studio condotto sullo Phreatichthys andruzzii, un pesce “cavernicolo” rimasto isolato nel terreno al di sotto del deserto somalo per circa due milioni di anni, Phreatichthys andruzziiha cercato di spiegare i vari adattamenti, come la perdita degli occhi, che tale specie ha dovuto subire per adattarsi all’ambiente. Infatti, sembra, che molte specie di pesci si sono evolute in assenza di luce solare all’interno di caverne in tutto il mondo, condividendo un insieme comune di adattamenti alla condizione in cui si trovavano.

Secondo quanto scritto nel resoconto pubblicato sulla rivista online Plos Bliology, questo pesce avrebbe un orologio circadiano molto inusuale, con un periodo estremamente lungo, fino a 47 ore, ed è totalmente cieco. Nella maggior parte degli organismi il periodo è di circa 24 ore ma i meccanismi molecolari alla base di questa sincronizzazione sono ancora scarsamente compresi, anche se si è dimostrato che la luce regola i ritmi circadiani attraverso gli occhi. Infatti, i pesci sono ideali per studiare come la luce regoli l’orologio biologico poiché nella maggior parte dei loro tessuti diretta all’esposizione alla luce resetta l’orologio, anche se non sono ancora stati individuati fotorecettori che dovrebbero essere presenti in grande quantità.

In questo studio i ricercatori sono partiti da un confronto del ritmo circadiano del pesce delle caverne somalo, come il famoso Danio rerio, specie molto utilizzata negli studi biologici, analizzando l’attività motoria e l’espressione genica. La ritmicità trail Danio ed il  Phreatichthys andruzzii, è apparsa molto simile nel momento in cui sono stati esposti ad un segnale temporale regolare dato dalla distribuzione di cibo, dimostrando la presenza di un ritmo circadiano legato al comportamento alimentare e non alla luce.

Inoltre, in uno studio ancora più approfondito, si è dimostrato come il pesce di caverna mantiene un ritmo circadiano per un periodo incredibilmente più lungo e che la mancanza di un reset in risposta alla luce non è dovuto alla perdita degli occhi ma a delle mutazioni a carico di due fotorecettori per l’opsina che lasciano gli orologi biologici nella maggior parte dei tessuti , incapaci di rispondere alla luce.