Biodiversità dei microbi in Amazzonia a rischio

Scritto da:
Morena Lolli
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amazzoniaQuando pensiamo alle specie a rischio, normalmente vengono alla mente animali complessi ed evoluti, ma non sono gli unici ad essere a rischio.

In Amazzonia, la foresta pluviale è sede di circa un terzo di tutte le specie della Terra e, pur essendo lei sola la metà della foresta pluviale terrestre, il tasso di deforestazione non accenna a diminuire.

Ora una nuova preoccupazione viene dai microbiologi: la progressiva perdita di diversità rischia non solo di mettere a rischio le varie specie di microbi, ma di compromettere l’intera foresta pluviale poiché sono proprio le forme di vita microbiotica, che degradano il materiale biologico e producono elementi nutritivi, ad essere responsabili del buon funzionamento dell’intero ecosistema.

Il team, composto da docenti di diverse università americane e della Università di Sao Paolo, in Brasile, ha prelevato campioni di terreno in un tratto di foresta, in Brasile, che è stata riconvertita ad uso agricolo.

Lo studio ha evidenziato l’assenza di alcuni gruppi di batteri normalmente presenti nel terreno, che indicano una progressiva perdita di diversità biologica, omogeneizzando i biotipi e causando una grave perdita nel patrimonio genetico che potrebbe essere responsabile di una ridotta resistenza dell’ecosistema. La foresta amazzonica, infatti, continua a diminuire per cause non ancora note, pur negli anni senza incendi, dolosi o naturali che siano, ed i grandi alberi della terra sono minacciati e inspiegabilmente muoiono, non solo in amazzonia ma nel mondo intero.

Potrebbe essere quindi una scoperta significativa quella fatta dal team in Amazzonia, che ha rilevato non un diminuito numero di batteri, che anzi nelle zone a pascolo era decisamente maggiore, ma la loro omogeneizzazione biologica ed una relativa, ovvia indipendenza delle specie batteriche proprio dalle altre specie presenti nel suolo della foresta, causando di fatto un minor grado di tolleranza ai fattori aggiuntivi esterni.

Da non dimenticare, infatti, che i batteri con la loro grande variabilità e biodiversità, sono i responsabili dei processi ambientali di tutto il pianeta: dal riciclo degli elementi nutritivi, alla pulizia dell’ acqua, alla rimozione degli elementi inquinanti.

Ma quel che si perde a livello genetico non tornerà: le ricerche sui pascoli abbandonati che sono tornati ad essere foresta, altrimenti chiamata foresta secondaria, dimostrano che, pur aumentando lievemente la biodiversità microbica rispetto ai territori a pascolo, questa diversità è ben lontana da quella presente nella foresta vergine.

Morena Lolli
31 dicembre 2012